Un secolo dall'ultima navigazione: rivive oggi il Barchett da Boffalora

C’era la donna “cà la vindeva i pomm”, l’uomo che “purteva drè i zocul par i donn”, il farmacista distinto che, per non confondersi con i paesani, aveva prenotato il posto migliore. Erano i passeggeri del Barchett de Boffalora che salpava alla volta di Milano. Uno scenario dei tempi che furono, risalenti ad un secolo esatto or sono. Le cronache dell’epoca riferiscono che nel 1913 il barchetto venne soppresso, ma la sua fama continuò nel tempo, fino a farlo diventare un vero mito. (Articolo da OKNOTIZIA)

Grazie all’associazione storica ‘La Piarda’ quel mito è rivissuto oggi grazie ad una fedele ricostruzione del viaggio con tanto di barcaioli, figuranti (dell’associazione La Piarda e dell’associazione Borgo Ponte Nuovo) e un’imbarcazione che ha solcato il Naviglio Grande fino a Milano. Ad un secolo dall’ultimo viaggio. Il viaggio era regolamentato in ogni dettaglio e si svolgeva in condizioni davvero rischiose. A concludere i quasi 300 anni di attività dell’ultimo Barchett da Boffalora fu il proprietario Pietro Colombo, che continuò attivamente, coadiuvato dai figli, il trasporto di merci a Milano con carri e cavalli.

“Per un certo periodo è stato abbandonato dalla memoria dei milanesi – spiega Ermanno Tunesi, dell’associazione La Piarda – poi è tornato a rivivere in concomitanza con l’intenzione di tornare a rendere navigabile il Naviglio Grande”. Da ricordare l’importante spettacolo ‘La Primadonna’ girato in piena guerra. Cletto Arrighi, centoquarantatre anni fa lo scelse per un suo lavoro teatrale tra i luoghi forse più conosciuti del suo tempo: un paese sul Naviglio che aveva un approdo con le barche corriere. Riscoprire il Barchett da Boffalora significa proprio questo. Ricordare quel lento scivolare lungo il Naviglio Grande, tra bellezze naturali e artistiche, che ha fatto la storia di una buona parte del nostro territorio. (ALTRE FOTO)

Graziano Masperi

 

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