Luigi Zoja e le parole dell'odio, stasera al Lirico di Magenta
Terzultimo appuntamento con gli incontri di riflessione filosofica proposti dalla rassegna "Magenta Cultura 2015". Abbiamo di nuovo a che fare con un grande del pensiero, Luigi Zoja; psicanalista, filosofo, uomo di cultura. Lo scorso anno (rassegna 2014) ci insegnò il padre ed il figlio; quest'anno è chiamato a spiegare le parole dell'odio. Dalla Prima Guerra mondiale alla incontenibile violenza del mondo dei nostri giorni l'odio si muove nella pancia di individui e di gruppi di individui ma si veste di razionalità. La violenza pretende di assurgere al rango di giustizia quando perpetrata dai vincitori. "La nascita delle istituzioni democratiche è, paradossalmente, anche la nascita delle istituzioni paranoiche", chiosa Zoja. Ascoltare una mente lucida come quella di Zoja ci permetterà - forse - di comprendere quanto anche nei rappporti tra gli Stati moderni non siano logiche formali o "scientifiche" (economia scientifica, come va di moda negli ultimi anni) bensì sempre il medesimo meccanismo, l'atavica dinamica di dominio e sottomissione. Sottomissione a cosa? alla "logica" del più forte. Qualunque veste indossi nel tempo e nelle latitudini.
I prossimi appuntamenti (le quali da calendario originario precedevano Zoja ma hanno subito posticipazioni a causa della indisponibilità dei relatori) saranno: il 5 maggio con Rocco Ronchi e "Le neo-lingue totalitarie" ed a seguire e chiudere Salvatore Veca il 25 maggio con "Le parole della Costituzione".
Alessandra Branca
Luigi Zoja, "Le parole dell'odio", Magenta cultura 2015. stasera al Teatro Lirico. Ingresso libero.

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