SEDRIANO Celeste: "Fu un errore invitare la Minetti..ma oggi i contestatori dove sono?"

ARTICOLO DI CAMILLA GARAVAGLIA Sedriano- Alfredo Celeste? Innocente. Marco Scalambra? Non è un corruttore. Nicole Minetti? Uno sbaglio invitarla a Sedriano. In poco meno di due ore, dalle 21 alle 23 di lunedì sera, all'auditorium è stata girata una frittata enorme, fatta di quasi 125 uova: tanti sono i giorni trascorsi da quella mattina in cui Alfredo Celeste venne messo agli arresti domiciliari con accuse terribili. Ecco perché il sindaco, con la sua Giunta, ha deciso di incontrare la cittadinanza per raccontare la sua verità, che probabilmente coincide con la realtà dei fatti visto che, attualmente, Alfredo Celeste è libero.

Con un pacco di carte alto quattro dita, Celeste ha spiegato al pubblico intervenuto perché quella messa in piedi da alcuni media in questi mesi si è configurata come una gigantesca macchina del fango ai danni suoi e dell'intera Sedriano. "Secondo la magistratura io sono una persona onesta – ha esordito Celeste – e i documenti avvallano tutti questa felice impressione. Non ci sono soldì nè tangenti nelle ipotesi di corruzione contestate; non solo, non c'è stata alcuna corruzione. Dell'appalto a favore di Scalambra o di Costantino non esistono neanche carte, solo parole al vento di Costantino, che proprio in questi giorni avrebbe confessato di essere un millantatore e non un boss mafioso. Questo Costantino io non l'ho aiutato: l'ho semplicemente messo in contatto con il Bennet come avrei fatto e come ho fatto con tutti i sedrianesi in cerca di lavoro che si sono rivolti a me, ma non ho favoreggiato nessuno anche perchèé, alla fine, Costantino non ha rilevato il locale in questione". A sentire il sindaco, dunque, è stato un caso montato come lo zucchero filato, insomma, ma non altrettanto piacevole. Gli strascichi di questa storia si trascineranno per mesi e anni, lasciando sporca l'immagine di Sedriano. E difficilmente le tv, questa volta, dedicheranno intere trasmissioni a una "scarcerazione" che, diciamolo, fa meno notizia di un arresto.

 

Ma la vicenda giudiziaria di Celeste non finisce qui. Il proscioglimento richiesto alla magistratura non è ancora arrivato, anche se il sindaco e i suoi sono fiduciosi e promettono che, nel caso, allora sì che si dimetteranno e correranno alle elezioni. "Non ci siamo dimessi prima perché non abbiamo alcuna colpa, semplice" ha chiosato il sindaco. Che poi ha difeso la figlia di Costantino, Teresa, la moglie di Scalambra, Silvia Fagnani, spingendosi a difendere Scalambra stesso: "non rinnego l'amicizia che ci ha legati, anche se ha sbagliato a fare quella famosa telefonata in cui prometteva voti in cambio di soldi. Per il resto, se Celeste non è corrotto, Scalambra non è un corruttore". E tutti gli articoli di giornale e le manifestazioni in cui Celeste veniva additato nientemeno come mafioso? Del pacco di carte in mano al sindaco, alcuni fogli portavano stampate delle sonanti querele "Perché chi ha sbagliato deve pagare. E magari anche chiedere scusa".

 

"Sindaco, non c'è niente di cui lei deve chiedere scusa?" domanda un collega giornalista. "Sì, un errore l'ho commesso: invitare Nicole Minetti come madrina di quel famoso concorso per la creatività delle donne, questione riapparsa anche nelle intercettazioni telefoniche". Un passo più lungo della gamba di cui si era reso conto solo l'assessore Danilo Patanè, e che ha inaugurato la stagione della "stampa contro": contro il sindaco e la sua Giunta, soprattutto. "Mi era stato chiesto dalle donne in Consiglio comunale – ha precisato Celeste – e all'epoca non mi era sembrato sbagliato non coinvolgere una brava persona come la Minetti. Col senno di poi, non è stata una grande idea e mi scuso". Molti sedrianesi avranno apprezzato queste scuse sincere; resta un mistero come mai tante donne, diventate consigliere e assessori presumibilmente per le loro doti intellettive, abbiano richiesto l'intervento di una donna che è finita nell'occhio del ciclone per essere approdata nel mondo della politica per vie ancora oggi controverse e non del tutto chiarite.

 

Il pubblico ha applaudito, applaudito e ancora applaudito, senza troppo contestare. Certo, anche perché la minoranza firmataria delle mozioni di sfiducia e gli attivisti della carovana Antimafia non si sono presentati alla serata. Boicottaggio? Forse dalla parte della sola minoranza, per le sue  ragioni, ma tutti quelli che hanno partecipato al corteo per le vie del paese dov'erano? Unica felice eccezione, il vicepresidente del Comitato intercomunale per la pace Sergio Colombo si è presentato ed è intervenuto, mostrando tanto buon senso, coraggio e soprattutto correttezza. Di tamburi e contestazioni nemmeno l'ombra, di giornalisti autodefinitesi scomodi neanche a parlarne. Eppure, cosa c'è di più bello di confrontarsi di persona su certe tematiche così importanti? Cosa c'è di più giusto che presentarsi a una serata, per quanto autoreferenziale si possa considerare, e dire in faccia ai protagonisti della vicenda quello che si pensa? A chiusura della serata ha preso la parola un indignato Adelio Pivetta, che ha retto le redini del Comune in questi mesi di assenza forzata del sindaco. "Vedo tante persone in questa sala stasera, e sono contento – ha detto – ma più che le presenze, oggi, rimbombano le assenze. Dove sono tutte quelle persone che ci hanno calunniato? Che hanno fatto di una causa importante come l'antimafia una bandiera politica? Che mi hanno messo il megafono in faccia urlandomi "mafioso"? Dove sono? Sono uomini e donne, o conigli? Anche noi assessori volevamo partecipare alla marcia contro la mafia, ma ci è stato consigliato di non farlo. E perché? Allora diciamolo: la marcia era contro la mafia, o contro Celeste? I cittadini sono liberi di protestare, ma chi organizza certi eventi dovrebbe almeno avere il coraggio di non ingannare le persone e di non dare a certi movimenti parvenze che non hanno. Perché, altrimenti, alla prossima marcia contro la mafia voglio manifestare anche io! Anche noi siamo contro la mafia, e contro queste assurde divisioni che la rendono prolifica, anche".

 

Su alcune risposte che abbiamo ricevuto durante la serata, magari noi giornalisti non siamo rimasti del tutto convinti (parlo per me, almeno). Ma su questa frase, caro vicesindaco, non si può proprio che essere d'accordo con lei.

 

 

Commenti

  1. E basta......cambiate la notizia. Mettetene una nuova!!!!!

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  2. Un po' di pazienza...e continueremo gli aggiornamenti

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