MAGENTA L'ex assessore Gelli parla di mafia e non solo

MAGENTA E’ infastidito da qualche critica gratuita, piovutagli addosso negli ultimi tempi, l’ex assessore alla Sicurezza Simone Gelli (nella foto) e oggi consigliere comunale di minoranza. Lui che non poteva non sapere che la malavita organizzata cresceva e si insinuava nel territorio e lo aggrediva come un cancro. Anni in cui si realizzavano grandi opere sul territorio, una su tutti l’alta velocità. E’ proprio così?

Gelli rispedisce le accuse, di alcuni, al mittente e ribatte: “L’ingresso di Magenta nel tavolo sulla sicurezza ha rappresentato una svolta importante per il contrasto alla malavita. Nato dal concetto di fare rete nel rispetto di un territorio che, negli anni addietro, non era mai stato controllato. Ho avuto modo di partecipare ad incontri con magistrati che indagano sulla criminalità organizzata e da loro ho appreso che la cosa che infastidisce maggiormente la mafia è proprio la presenza costante delle istituzioni. Ovvero il controllo del territorio. E noi, permettetemelo, ma il territorio lo abbiamo controllato”. Il patto locale sulla sicurezza, pur nella limitatezza delle possibilità affidate alla Polizia locale, qualche risultato lo ha prodotto secondo Gelli. Uno su tutti, quello di avere creato una sinergia tra i comuni che prima non c’era.



“Abbiamo fatto almeno sette, otto operazioni in collaborazione con i carabinieri o la Guardia di Finanza. E non solo sulla viabilità, ma su qualsiasi cosa. Certo gli assessori o i sindaci non indagano, fanno il loro lavoro. Ma quello che abbiamo potuto fare lo abbiamo fatto. Anche l’albo pretorio on line è andato in questa direzione. Avere la massima trasparenza su chi vinceva quel tale appalto è stato sicuramente un altro passo avanti. E vi dico un’altra cosa. Abbiamo organizzato anche degli incontri contro il bullismo. Intervenire subito, sui nostri ragazzi, è la cosa più importante”. E sul caso club privè di via Espinasse? “Dico solo che abbiamo dato due pareri negativi, per questioni di viabilità e sicurezza. Se poi gli atteggiamenti cambiano a seconda di chi sta al Governo, questa è un’altra cosa”.

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