INVERUNO Cancelli
bloccati alla Carapelli di Inveruno. Nessun mezzo è entrato e nessuno è uscito martedì
a causa dello sciopero al quale hanno aderito tutti i dipendenti. Protesta
esplosa dopo l’annuncio di dodici mobilità per un totale di ventotto, comprese
quelle dello stabilimento di Tavernelle in provincia di Firenze. Un fulmine a
ciel sereno quello capitato ai lavoratori della Carapelli dopo un periodo in
cui si pensava, al contrario, che l’azienda avesse intenzione di investire con
l’allargamento dello stabilimento. “Un fatto preoccupante perché temiamo sia il
preambolo di un’altra azione – commenta Claudia Riva delle Rsu – ovvero quella
del trasferimento della produzione dall’Italia alla Spagna”. I lavoratori hanno
lasciato lo stabilimento percorrendo in corteo le vie di Inveruno. In Municipio
hanno incontrato il sindaco Maria Grazia Crotti. Recentemente il comune di Inveruno
aveva stipulato una convenzione con la Carapelli per ampliare il sito industriale
di corso Europa con relativa trasformazione da area tecnologica ad area
industriale. Ampliamento necessario per lo stoccaggio dell’olio con conseguente
obbligo per la Carapelli di corrispondere un milione di euro al Comune.
“Abbiamo stipulato tale convenzione con la contrarietà del gruppo di opposizione di Rinnovamento Popolare – ha spiegato il primo cittadino – per consentire il mantenimento dei posti di lavoro, compresi i dipendenti provenienti da Voghera e impiegati nello stabilimento oggi chiuso”. Con 180 dipendenti si sarebbe così registrata una sovrapposizione di funzioni tale da dover ripristinare l’organico. “Dalle informazioni in mio possesso, sentendo la direzione di Tavernelle – continua il sindaco – il taglio sarebbe stato fatto in una volta sola e non più ripetibile”. A questo punto si attendono i passi successivi. I lavoratori hanno chiesto al sindaco di incontrare l’amministratore delegato spagnolo verso la metà di dicembre, quando arriverà in Italia. E cercare di capire il piano industriale, ad oggi sconosciuto per i dipendenti della Carapelli di Inveruno. Nella convenzione a suo tempo stipulata si parla anche della possibilità per la società Carapelli di alienare il capannone entro 12 mesi dalla data di rilascio del permesso di costruire. “Non siamo stati superficiali nel gestire questa operazione – conclude il sindaco – abbiamo semplicemente favorito l’inserimento di altri lavoratori nel comune di Inveruno”.
“Abbiamo stipulato tale convenzione con la contrarietà del gruppo di opposizione di Rinnovamento Popolare – ha spiegato il primo cittadino – per consentire il mantenimento dei posti di lavoro, compresi i dipendenti provenienti da Voghera e impiegati nello stabilimento oggi chiuso”. Con 180 dipendenti si sarebbe così registrata una sovrapposizione di funzioni tale da dover ripristinare l’organico. “Dalle informazioni in mio possesso, sentendo la direzione di Tavernelle – continua il sindaco – il taglio sarebbe stato fatto in una volta sola e non più ripetibile”. A questo punto si attendono i passi successivi. I lavoratori hanno chiesto al sindaco di incontrare l’amministratore delegato spagnolo verso la metà di dicembre, quando arriverà in Italia. E cercare di capire il piano industriale, ad oggi sconosciuto per i dipendenti della Carapelli di Inveruno. Nella convenzione a suo tempo stipulata si parla anche della possibilità per la società Carapelli di alienare il capannone entro 12 mesi dalla data di rilascio del permesso di costruire. “Non siamo stati superficiali nel gestire questa operazione – conclude il sindaco – abbiamo semplicemente favorito l’inserimento di altri lavoratori nel comune di Inveruno”.
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