Chi sta peggio ci aiuterà ad uscire dalla crisi: volontariato in Africa, esperienza per la vita

Francesco Bigogno con un amico alla bottega della solidarietà di via Roma a Magenta
Usciamo da un anno pesante in tutti i sensi. Perenni sono le difficoltà nel lavoro. Aziende che hanno chiuso o si apprestano a farlo, scioperi continui, lavoratori che lavorano da mesi senza ricevere lo stipendio, interviste perenni con famiglie in crisi che non riescono a tirare avanti. Proprio ieri ho ricevuto gli auguri di Natale da un cassaintegrato di una delle tante aziende in crisi che ho seguito recentemente. “Buon Natale e che il 2013 sia migliore!”, diceva il messaggio d’auguri. Non un italiano, bensì uno dei tanti immigrati che pensava di trovare la fortuna nel nostro ‘Belpaese’. Ci chiediamo spesso quando e se tutto questo finirà. Noi stessi fatichiamo e tanto. Confidiamo nella politica, ma non abbiamo tanta speranza.

Ci guardiamo attorno e vediamo risse e liti inutili (perfino sui social network), lo stesso lavoro dei giornalisti è messo in costante pericolo dai delinquenti di turno (l’ultimo caso sono i proiettili alla redazione dell’Altomilanese. Ai colleghi va la nostra totale solidarietà, confidiamo che i responsabili di questo gesto vile possano essere individuati al più presto!).  Cosa ci resta allora? Vogliamo essere positivi e proporre delle alternative concrete per l’anno che verrà. Sarà banale, sarà scontato, ma c’è sempre in questo mondo chi sta peggio di noi. E proprio chi sta peggio può aiutarci e darci una mano.

A Magenta abbiamo due ragazze che hanno fatto della solidarietà la loro ragione di vita. Sono Maristella Bigogno e Sabrina Colombo. Ebbene le stesse esperienze possono essere fatte da chiunque. Le hanno già fatte centinaia di ragazzi anche nel magentino. Non serve essere eroi pronti a sfidare ogni pericolo, ma occorre avere spirito di adattamento e capacità di vivere in situazioni e ambienti diversi. Oltre a Maristella che da 15 anni è in terra di missione nel Togo dove si sta costruendo la nuova comunità, c’è Sabrina appena tornata dall’Angola. In Africa ha trascorso gli ultimi sei mesi durissimi. “Chi vuole provare a fare un’esperienza simile può contattarmi – spiega Francesco, fratello di Maristella impegnato nell’organizzazione degli aiuti – anche solo per 15 giorni, non è necessario trascorrervi una vita intera”. Si torna cambiati, dicono quelli che hanno provato. E la vita verrà vista sotto una luce completamente diversa. I bambini sono tantissimi in Africa. Vivono e si divertono con poco perché hanno poco o niente. Insomma, non cambierà l’Africa chi andrà a fare il volontario da Maristella o in un altro luogo. Ma tornerà arricchito e pronto a sfidare le insidie quotidiane con più calma e coraggio. Perchè avrà capito cosa vuol dire vivere.

 

 

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