MAGENTA Uomo travolto dal treno della Milano-Novara: è un brasiliano di Magenta

MAGENTA C’erano una ventina di persone sulla banchina della stazione ferroviaria di Magenta verso le 23 di mercoledì. Quasi tutti extracomunitari che facevano rientro nel Piemonte. Chi con lo zaino in spalla, chi con una borsa contenente poche cose, chi controllava gli orari delle partenze. Erano in attesa del treno per Novara che li avrebbe riportati a casa dopo una giornata trascorsa nel magentino. Ad un certo punto è arrivato l’annuncio dell’altoparlante: “Il treno da Pioltello Limito per Novara delle 23 viaggia con trenta minuti di ritardo, ci scusiamo per il disagio”. E aveva tutta l’aria di essere ben peggiore la situazione, perché la stessa voce, fornendo una spiegazione del perché di tanto ritardo aggiungeva: “Sono in corso verifiche di polizia giudiziaria per chiarire le cause dell’investimento di una persona”.

Era appena accaduta una tragedia, pochi chilometri più avanti della stazione di Magenta, nella frazione di Pontenuovo. In un luogo tristemente noto alle cronache, perché nel mese di febbraio del 2011 perse la vita un magentino, finito anche lui sotto il treno della Milano-Novara. Questa volta, mercoledì sera, è toccato ad un 33enne di nazionalità brasiliana residente a Magenta, regolare in Italia. Sposato. Forse un gesto volontario, ma solo le indagini della Polizia Ferroviaria e i risultati autoptici potranno chiarirlo. Il macchinista ha frenato appena si è accorto della sua presenza sui binari, ma non c’è stato niente da fare. Alla stazione di Magenta frattanto i pochi passeggeri erano costretti ad aspettare. Qualcuno non aveva capito le parole pronunciate all’altoparlante, per problemi di lingua, e ha chiesto spiegazioni.




“Sono senegalese – raccontava un ragazzo – abito a Novara e aspetterò. Per forza, non saprei cosa fare altrimenti. Ho già provato a passare le notti alla stazione in attesa di un treno. Non so cosa sia successo, ho sentito che è morta una persona. Terribile”. Qualcuno ha lasciato la stazione ed è salito sull’auto di un amico. Altri sono rimasti. La circolazione è stata sospesa per diverse ore. Tra le stazioni di Magenta e Trecate è stata interrotta dalle 21.55 alle 2.50, nove sono stati i treni regionali cancellati parzialmente e i ritardi che si sono accumulati erano tra i 70 e i 230 minuti per quattro treni regionali e 180 minuti per l’Eurocity Venezia-Parigi. Trenitalia ha garantito la mobilità con un bus sostitutivo tra Novara e Milano, ma la maggior parte dei passeggeri era rimasta a piedi. Ben altri problemi si sarebbero registrati qualora il blocco si fosse verificato alle prime ore del mattino, quando i treni della linea S6 vengono presi d’assalto da migliaia di pendolari. Sarebbe stato il caos totale, come è già successo. Inutile dire che disagi e ritardi dei pendolari sono nulla in confronto alla morte di un uomo. La mente va ad un anno e mezzo fa, sempre in quel tratto di ferrovia maledetto della frazione magentina di Pontenuovo.

Per raggiungerlo bisogna conoscere il luogo. Si deve uscire dalla ex SS11 al semaforo all’altezza del bar Dogana e percorrere qualche centinaio di metri di strada sterrata in mezzo alla fitta boscaglia. E’ una zona battuta solo da qualche agricoltore che possiede un appezzamento di terra o dai pochi residenti. L’accesso ai binari è semplice, non ci sono staccionate di protezione, nessuno che possa controllare. Solo un filo di ferro facilmente superabile.

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