Alla "Fagiana" si vota per eleggere il nuovo presidente del Parco del Ticino


PARCO DEL TICINO Quale sarà il futuro del parco del Ticino? Dopo nove anni di presidenza Milena Bertani sabato si volta pagina. Alla riserva “La Fagiana” si eleggeranno i nuovi componenti dell'ente. I prossimi anni saranno importanti per capire quale sarà il suolo del polmone verde che separa Lombardia e Piemonte. “Allo stato attuale non sono in grado di sapere cosa accadrà sabato – ha detto Milena Bertani – se l'assemblea si pronuncerà o sceglierà di soprassedere rinviando la decisione”. Non c'è il nome di Milena Bertani tra i candidati, anche se molti sindaci l'avrebbero vista ben volentieri continuare l'avventura iniziata nove anni fa. “Chiaro che rimanendo come presidente avrei voluto continuare a lavorare in un certo modo – precisa – purtroppo è mancato un progetto condiviso per il Parco. E tra i nomi candidati che vedo, cinque per la presidenza, nessuno è espressione del territorio”. Punta l'indice contro la legge parchi considerata incompleta. Senza la creazione di un albo dei direttori e senza aver ben chiari i criteri da seguire per migliorare la spesa di gestione dei parchi.
“Quando sono arrivata era appena stato aperto l'hub Malpensa ed erano in procinto di essere realizzate tutte le infrastrutture connesse. Inizialmente c'era parecchia preoccupazione per me che arrivavo dal ruolo di assessore nella giunta Formigoni. Penso di essermi meritata il ruolo di difensore del Parco che ho sempre tutelato, cercando di dare un ruolo nuovo, sviluppando un nuovo concetto di turismo che tempo fa non era nemmeno pensabile”. Capacità di critica e di proposta sia per Malpensa che su questioni ambientali ad ampio respiro sono stati i cavalli di battaglia di Milena Bertani. Che va fiera di quello che ha fatto. La preoccupazione adesso è tanta. “Non possono esserci interessi preminenti che passano sopra il Parco del Ticino”. E la modifica dei confini? E' vero che la nuova legge permette lo smembramento del Parco e consente di costruire? 

“Ci ho pensato a lungo – ammette la presidente – non penso sia questo il vero l'obiettivo della modifica dei confini. Basta andare in giro e si vede tanto invenduto. Oggi non si può fare cassa pensando di costruire. Piuttosto c'è un fatto inquietante. In questi ultimi mesi sono arrivate al Parco richieste per fare discariche di inerti, tra i quali l'amianto come elemento da smaltire. Oggi queste realizzazioni permettono di fare cassa al comune perchè ci sono delle tariffe che permettono di ricavare forti introiti. Sono opere vietate nel parco del Ticino. Chi ha in mente di fare tali lavori però ha bisogno di modificare i confini del Parco”.


Candidati alla Presidenza del parco del Ticino:
Flavio Crea, ex assessore di San Martino Siccomario
Gian Pietro Beltrami, nome imposto dalla Regione e sostenuto anche dai sindaci di Robecco, Magenta, Abbiategrasso, Morimondo, Besate, Garlasco e Gropello
Fabrizio Fracassi, assessore del Mezzabarba sponsorizzato dalla Provincia di Varese e dai sindaci di Samarate, Sesto Calende, Somma Lombardo, San Martino Siccomario, Vigevano, Carbonara al Ticino, Mezzanino, Linarolo e Villanova
Luigi Duse, vice presidente uscente dell'ente, indicato dalla Provincia di Pavia, quindi da Bosone
Giovanni Stornaiuolo, candidatura espressa dalla Provincia di Milano.

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