Milena Bertani scrive al Presidente della Repubblica

(di Fabrizio Valenti) “I Consorzi fra gli Enti locali gestori dei Parchi regionali hanno carattere diverso dai Consorzi di funzione previsti nella conversione in legge del decreto Milleproroghe approvato definitivamente sabato 26 febbraio. La disposizione non modifica i termini del confronto con Regione Lombardia in ordine alla proposta di legge regionale per la revisione del modello di governo dei Parchi e sembra manifestamente illegittima, dal punto di vista costituzionale, per due ordini di ragioni”.


Lo sostiene il presidente del coordinamento regionale di Federparchi, Milena Bertani, con una lettera inviata sabato 26 febbraio al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.


Altre due missive sono state inviate oggi ai Ministri degli Interni e dell’Ambiente, Roberto Maroni e Stefania Prestigiacomo, per le valutazioni di merito della illegittimità della disposizione, anche in considerazione delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica rese in occasione della promulgazione della legge “dopo aver preso atto che Governo e Parlamento hanno provveduto ad espungere dal testo molte delle aggiunte sulle quali erano stati formulati rilievi da parte del Capo dello Stato ma restavano comunque “disposizioni in ordine alle quali potranno essere successivamente adottati gli opportuni correttivi”.

La disposizione sembra manifestamente illegittima per due ordini di motivi:

In primo luogo i consorzi dei Parchi regionali non sono assoggettati alla disciplina della legge finanziaria per l’anno 2010 che prevedeva soltanto la soppressione dei consorzi costituiti dagli enti locali per la gestione in forma associata di funzioni amministrative.

I nostri Enti hanno carattere ben diverso, perché hanno ad oggetto essenzialmente compiti di gestione dei Parchi regionali. Si tratta di compiti che comportano principalmente interventi diretti sul territorio (si pensi alla gestione di centri di ripopolamento faunistici, alla gestione di riserve naturali, alla formazione di centri sperimentali di tutela ambientale, ecc.). Questo profilo era stato riconosciuto di recente anche dal Governo, in risposta a uno specifico quesito sulla legge finanziaria per l’anno 2010, con la nota 15 ottobre 2010 del Ministro per le Riforme per il federalismo.

In secondo luogo le modalità di gestione dei parchi regionali ineriscono alla competenza legislativa regionale; le Regioni esercitano la loro competenza ai sensi dell’art. 117, terzo comma Cost., con l’unico limite dei principi stabiliti dalla legge dello Stato. Lo Stato non può pertanto precludere alle Regioni l’adozione di particolari modelli organizzativi, come il modello consortile.

Nel caso dei Parchi regionali il modello consortile assicura l’adempimento di uno dei principi fondamentali stabiliti, nei confronti della legislazione regionale, dalla legge-quadro sulle aree protette e rappresentato proprio dalla garanzia della “partecipazione degli enti locali interessati alla gestione dell’area protetta”.

“Dopo nove mesi – conclude Milena Bertani -, caratterizzati da un confronto con l’Assessorato regionale ai Sistemi Verdi e Paesaggio, sulla applicabilità della manovra finanziaria sia del 2010 che, per altri motivi, quella del 2011, siamo ancora al punto di partenza. Contrariamente a quanto affermato dall’Assessore Colucci in Commissione VIII del Consiglio Regionale Lombardo due settimane fa, in occasione della presentazione della proposta di legge regionale, ossia che il maxi emendamento del Governo al decreto mille proroghe ha definitivamente chiarito il contesto giuridico entro il quale riferirci per il nuovo scenario dei Parchi lombardi, noi riteniamo che gli elementi di incertezza siano ancora molti. Regione Lombardia può ben istituire nuovi Enti ed assegnare ad essi la gestione del Parco ma non può imporre che gli Enti locali che da quasi trent’anni partecipano economicamente ai Consorzi possano rinunciare ai diritti che hanno maturato”.

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