MAGENTA Monsignore magentino "Giusto tra le nazioni": nascose gli ebrei perseguitati

MAGENTA Nascondeva gli ebrei perseguitati durante i rastrellamenti. Li salvava dal massacro. Il Vescovo Monsignor Francesco Bertoglio, magentino e vescovo ausiliare di Milano nel periodo in cui ha vissuto a cavallo della seconda guerra mondiale e la cui tomba si trova nel cimitero di via Fanti accanto a quella degli altri preti della città, è stato insignito del prestigiosissimo titolo di “Giusto tra le nazioni”. Assegnato dalla Commissione per la Designazione dei Giusti dello Yad Vashem. Il memoriale delle vittime dell'Olocausto. Dal 1964 al 2009 presso lo Yad Vashem risultano registrati 468 giusti tra le nazioni di cittadinanza italiana.



Motivo, come si spiega nella lettera pervenuta da Gerusalemme: “Per l'aiuto reso alle persone Ebree durante il periodo dell'Olocausto, rischiando la sua stessa vita”. Ed ecco la continuazione dello scritto a firma di Irena Steinfeldt, Director Righteous Among The Nations Department: “Egli ha diritto a una medaglia e a un certificato d'onore che saranno donati al suo parente più stretto in una cerimonia organizzata all'ambasciata Israeliana a Roma”.

Ma come si è arrivati a questa nomina? Come spiega il parroco don Mario Magnaghi “alcuni anni fa il dottor Tagliaferri aveva chiesto informazioni su Monsignor Bertoglio, per approfondire notizie ricevute da amici ebrei. La sua ricerca è sfociata in un saggio sull'operato di Monsignor Bertoglio come Rettore del seminario Lombardo a Roma negli anni '40. Seguendo le disposizioni di Papa Pio XII egli aveva accolto e nascosto, anche a proprio rischio, delle famiglie ebree”. Il monsignore magentino ha dunque seguito le raccomandazioni di Papa Pio XII e non ha operato in maniera autonoma. “Chi lo ha conosciuto – sottolinea il parroco don Mario – può ben dire che monsignor Bertoglio non avrebbe mai fatto nulla che andasse contro le disposizioni del Santo Padre. Siamo alla ricerca di un parente prossimo del vescovo magentino. A lui sarà affidato l'onore di ritirare il prestigioso riconoscimento”.

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