MAGENTA Uccise zia e cugina a coltellate: ergastolo per l'assassino di via Roma


MAGENTA Fu uno dei delitti più efferati che la storia della cronaca nera magentina ricordi. Commesso la sera del 7 novembre 2008, un venerdì, quando in un appartamento al secondo piano all'interno di una vecchia corte di via Roma vennero trovate in un lago di sangue Amalia Francisco di 62 anni e Raquel Arciaga di 37, entrambe filippine che lavoravano come domestiche in città. L'assassino, un parente anche lui filippino che da qualche mese era ospite in quella casa, venne arrestato la mattina seguente nei pressi della stazione metropolitana di Gorgonzola.

A distanza di un anno il Gup Donatella Banci Buonamici, ha emesso la sentenza di ergastolo con rito abbreviato nei confronti di Francisco Caneo 47 anni, dopo l'inchiesta condotta dal Pm Roberta Brera. Condannato per il reato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e dalla crudeltà. Quel venerdì sera Caneo accoltellò zia e cugina con una decina di fendenti a testa e lasciò la casa di via Roma 152 dirigendosi verso la stazione di Magenta. Non prima di avere telefonato al marito della 62enne, un italiano, comunicandogli che “in casa avrebbe trovato una bella sorpresa”. Prese il treno e si diresse verso Milano dove iniziò a girovagare in stato confusionale. Commise l'errore di telefonare ad alcuni parenti consentendo così agli investigatori di intercettare le chiamate e individuarlo. I corpi vennero scoperti poco prima delle 20, massacrati da un numero considerevole di coltellate. I motivi di tanta ferocia vennero ben presto chiariti: vecchi dissapori che si trascinavano da tempo.

“Non mi lasciavano dormire in pace”, disse Caneo una volta catturato. Il filippino rientrava tardi la sera e questo scatenava spesso le ire delle due connazionali conviventi che lo rimproveravano. Banali litigi sfociati in una tragedia assurda. “Lo si notava spesso inveire contro quelle due donne”, raccontavano i frequentatori di un bar tra via Roma e piazza Kennedy a Magenta.

La comunità filippina del magentino rimase sconvolta da quel fatto. A decine raggiunsero Magenta per prendere parte ai funerali delle due donne massacrate. (Foto Pubblifoto di Walter Todaro)