VANZAGO Sono in corso indagini serrate per chiarire le cause dell’incendio che ha distrutto metà capannone adibito a fienile situata all’interno del bosco del WWF di Vanzago. Episodio accidentale o fatto doloso? Strano che un fienile vada in fiamme in questo periodo, quindi tutte le ipotesi sono aperte. Tutto è accaduto verso le 20 di domenica quando è scattato l’allarme al 115. Primi a raggiungere il posto, situato nei pressi della località Poglianasca di Arluno lungo la provinciale 229, all’altezza di Cascina Gabrina, sono stati i vigili del fuoco volontari di Corbetta.
Vista la vastità de rogo sono arrivati anche i pompieri di Rho con autopompa e botte, e altre botti da Magenta, Inveruno e Abbiategrasso. Fortunatamente la struttura in cemento non è crollata e, grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco, solo metà del capannone è andata distrutta.
Circa 700 quintali di paglia sono andati in fumo e i pompieri sono rimasti sul posto fino a ieri mattina alle 6 per ultimare le operazioni di messa in sicurezza. I danni sono ingenti e ancora da quantificare. Starà agli inquirenti chiarire le cause di un incendio sul quale esistono molti dubbi. Lo stesso presidente del WWF di Vanzago Andrea Longo lancia l’allarme: “A quanti da fastidio un’area protetta alle porte di Milano”, si chiede. Quello avvenuto tra domenica e lunedì è solo l’ultimo di una serie di strani episodi dai contorni poco chiari che hanno riguardato l’oasi di Vanzago. Un mese fa circa i malviventi, oltre a sottrarre pochi soldi dal centro visite, avevano prelevato l’esemplare femmina di muflone ospite del cento recupero animali selvatici da dieci anni. E non solo, perché gli episodi sono tanti.
Recentemente si è verificato anche un furto delle grondaie di rame della struttura. Lo scorso 10 dicembre il Consiglio Comunale di Pogliano Milanese ha approvato la delibera di adozione del Piano di Gestione del Territorio che influenza la salvaguardia del “Bosco Wwf di Vanzago” e la Regione Lombardia ha avviato le procedure per l’ampliamento della cava denominata “Ate g7” limitrofa al “Bosco Wwf di Vanzago”. Solo coincidenze o c’è qualcosa che lega questi eventi? “Continueremo a lavorare per garantire la fruizione di questa area protetta”, ha concluso il presidente Longo.
Vista la vastità de rogo sono arrivati anche i pompieri di Rho con autopompa e botte, e altre botti da Magenta, Inveruno e Abbiategrasso. Fortunatamente la struttura in cemento non è crollata e, grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco, solo metà del capannone è andata distrutta.
Circa 700 quintali di paglia sono andati in fumo e i pompieri sono rimasti sul posto fino a ieri mattina alle 6 per ultimare le operazioni di messa in sicurezza. I danni sono ingenti e ancora da quantificare. Starà agli inquirenti chiarire le cause di un incendio sul quale esistono molti dubbi. Lo stesso presidente del WWF di Vanzago Andrea Longo lancia l’allarme: “A quanti da fastidio un’area protetta alle porte di Milano”, si chiede. Quello avvenuto tra domenica e lunedì è solo l’ultimo di una serie di strani episodi dai contorni poco chiari che hanno riguardato l’oasi di Vanzago. Un mese fa circa i malviventi, oltre a sottrarre pochi soldi dal centro visite, avevano prelevato l’esemplare femmina di muflone ospite del cento recupero animali selvatici da dieci anni. E non solo, perché gli episodi sono tanti.
Recentemente si è verificato anche un furto delle grondaie di rame della struttura. Lo scorso 10 dicembre il Consiglio Comunale di Pogliano Milanese ha approvato la delibera di adozione del Piano di Gestione del Territorio che influenza la salvaguardia del “Bosco Wwf di Vanzago” e la Regione Lombardia ha avviato le procedure per l’ampliamento della cava denominata “Ate g7” limitrofa al “Bosco Wwf di Vanzago”. Solo coincidenze o c’è qualcosa che lega questi eventi? “Continueremo a lavorare per garantire la fruizione di questa area protetta”, ha concluso il presidente Longo.
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