BUSCATE Sono già
oltre trecento le firme raccolte dal comitato di difesa ambientale che, a
Buscate, ha indetto la petizione popolare “La terra della Cava deve tornare ai
buscatesi”. E la raccolta continua, sabato dalle 9 alle 12 e domenica dalle 10
alle 13 in piazza San Mauro sotto il porticato del Comune. “L’obiettivo è
quello di arrivare a 500 firme in questo week end”, ha detto Guglielmo Gaviani
del comitato. Cosa chiedono i firmatari di questa petizione? In sostanza si
appellano all’amministrazione comunale affinchè riveda o integri la convenzione
già deliberata in consiglio comunale tra Comune e Cava Campana.
“E’ stata siglata senza sentire il parere dei cittadini rimasti all’oscuro di tutto – continua Gaviani – noi vogliamo che tutti i terreni oggetto dell’autorizzazione all’attività di scavo, al termine dell’attività stessa e del recupero ambientale, vengano ceduti al comune di Buscate, senza oneri economici”. Due obiettivi il comitato li ha raggiunti. Anzitutto una lettera di Cava Campana che si impegna a cedere i terreni dopo l’attività di scavo. Lettera che, a conti fatti, ha però un valore ben scarso. Quindi un atto sottoscritto davanti al notaio della Cava Campana che prevede vincoli sui terreni oggetto dell’autorizzazione all’escavazione che non potranno essere usati o venduti al fine di costruire una discarica. “A noi sembra che l’amministrazione abbia sottovalutato la questione – aggiunge Gaviani – la decisione di firmare una convenzione senza sentire i cittadini è un grave passo indietro nella lotta al recupero della cava Sant’Antonio che dura da 20 anni”.
Nella petizione si dice inoltre: “C’era la possibilità di mettere una definitiva ipoteca sull’attività di Cava (con la cessione dei terreni scavati al Comune), ma l’amministrazione ha preferito ricavare risorse economiche (190mila euro) per altri progetti come la centrale elettrica nell’area ex depuratore. Per noi firmatari la priorità rimane la Cava e il suo recupero come bene dei buscatesi e patrimonio del castanese”.
“E’ stata siglata senza sentire il parere dei cittadini rimasti all’oscuro di tutto – continua Gaviani – noi vogliamo che tutti i terreni oggetto dell’autorizzazione all’attività di scavo, al termine dell’attività stessa e del recupero ambientale, vengano ceduti al comune di Buscate, senza oneri economici”. Due obiettivi il comitato li ha raggiunti. Anzitutto una lettera di Cava Campana che si impegna a cedere i terreni dopo l’attività di scavo. Lettera che, a conti fatti, ha però un valore ben scarso. Quindi un atto sottoscritto davanti al notaio della Cava Campana che prevede vincoli sui terreni oggetto dell’autorizzazione all’escavazione che non potranno essere usati o venduti al fine di costruire una discarica. “A noi sembra che l’amministrazione abbia sottovalutato la questione – aggiunge Gaviani – la decisione di firmare una convenzione senza sentire i cittadini è un grave passo indietro nella lotta al recupero della cava Sant’Antonio che dura da 20 anni”.
Nella petizione si dice inoltre: “C’era la possibilità di mettere una definitiva ipoteca sull’attività di Cava (con la cessione dei terreni scavati al Comune), ma l’amministrazione ha preferito ricavare risorse economiche (190mila euro) per altri progetti come la centrale elettrica nell’area ex depuratore. Per noi firmatari la priorità rimane la Cava e il suo recupero come bene dei buscatesi e patrimonio del castanese”.
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