SEDRIANO “Scusami per questa richiesta strana, ma io e la mia famiglia siamo bloccati a Londra, eravamo venuti qui in vacanza, ma ci hanno rapinato e derubato del cellulare e dei soldi., per fortuna ci hanno lasciato il passaporto. Abbiamo bisogno d'aiuto per tornare a casa, puoi spedirmi dei soldi, ti rimborso appena rientro”. Questa email è giunta nei giorni scorsi agli amici di una professoressa di Sedriano, R. C., 64 anni.
L'accorata richiesta di aiuto li ha messi in allarme e così uno di loro ha telefonato a sua sorella. “Davvero R. è bloccata a Londra?” ha chiesto. E così la bufala è venuta a galla: la professoressa, infatti, non era in Gran Bretagna, ma a casa con la sua famiglia e senza problemi economici.
L'email era stato rubato da un pirata informatico assieme alla rubrica dei contatti della donna. Di solito queste truffe sono scritte in un italiano strampalato, invece questa volta il messaggio era preciso e firmato con nome e cognome. A chi rispondeva, il pirata avrebbe fornito un conto bancario a cui inviare i soldi e di cui si sarebbe impadronito.
La professoressa ha poi sporto denuncia e segnalato l'accaduto a Google, il gestore del suo indirizzo email, che nel frattempo l'aveva incolpata di inviare spam e le aveva cancellato l'account. Per colpa della frode, per giorni ha ricevuto decine di telefonate e messaggi da amici in tutto il mondo (lei ha un fratello che vive in Perù, uno dei suoi figli è sposato con una ragazza olandese, insomma una famiglia internazionale, per questo l'appello era ancora più verosimile) pronti a inviare soldi. “Ho scoperto di avere tante persone disposte ad aiutarmi, questo è l'unico lato positivo”.
L'accorata richiesta di aiuto li ha messi in allarme e così uno di loro ha telefonato a sua sorella. “Davvero R. è bloccata a Londra?” ha chiesto. E così la bufala è venuta a galla: la professoressa, infatti, non era in Gran Bretagna, ma a casa con la sua famiglia e senza problemi economici.
L'email era stato rubato da un pirata informatico assieme alla rubrica dei contatti della donna. Di solito queste truffe sono scritte in un italiano strampalato, invece questa volta il messaggio era preciso e firmato con nome e cognome. A chi rispondeva, il pirata avrebbe fornito un conto bancario a cui inviare i soldi e di cui si sarebbe impadronito.
La professoressa ha poi sporto denuncia e segnalato l'accaduto a Google, il gestore del suo indirizzo email, che nel frattempo l'aveva incolpata di inviare spam e le aveva cancellato l'account. Per colpa della frode, per giorni ha ricevuto decine di telefonate e messaggi da amici in tutto il mondo (lei ha un fratello che vive in Perù, uno dei suoi figli è sposato con una ragazza olandese, insomma una famiglia internazionale, per questo l'appello era ancora più verosimile) pronti a inviare soldi. “Ho scoperto di avere tante persone disposte ad aiutarmi, questo è l'unico lato positivo”.
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