La comunicazione di regime della Guardia di Finanza e del Procuratore Capo, intanto il giornalismo affonda


Come comunicare le notizie di cronaca nera e giudiziaria? Diciamo tutto? No, assolutamente! Diciamo solo qualcosa? Si, ma cosa? Quello che ci pare a noi e lo dobbiamo fare bene. Periodicamente, come per i richiami del vaccino, mi tocca tornare sull’argomento e lo faccio dopo che venerdì è stato diramato un comunicato stampa da parte della Guardia di Finanza che riguardava un insegnante infedele che chiedeva soldi agli immigrati per agevolarli nel superamento dell’esame di italiano. 

Bella la notizia, complimenti agli investigatori (che avranno ricevuto l’imbeccata da qualcuno, altrimenti…). Molti meno ‘complimenti’ sul modo di comunicarla. La nota si concludeva nella seguente maniera: “La diffusione del presente comunicato stampa e’ stata autorizzata dal Procuratore della Repubblica di Milano in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo”. Ebbene si, torniamo sul solito problema. Tutte le notizie di cronaca nera o giudiziaria devono passare al vaglio del Procuratore capo. E’ lui a decidere quale deve essere data alla stampa e quale è meglio lasciar perdere. Questa, naturalmente, andava bene. Rende bene l’idea di una Guardia di Finanza attenta e vigile, pronta ad intervenire tempestivamente laddove c’è bisogno. Ormai ci siamo quasi abituati ed è inutile star li a commentare ulteriormente. 

Ma la cosa che ieri mi ha fatto trasalire è che la suddetta Guardia di Finanza o il Procuratore capo avevano concordato un’intervista con il TG3 mandata in onda nell’edizione serale delle 19.30. Quella più seguita naturalmente. Con il comandante della Compagnia di Magenta in divisa perfetta e ben stirata che sintetizzava l’operazione. Qualcuno penserà cosa ci sia di male e io ribatto che c’è proprio tutto di male. Bell’operazione andata a buon fine più comunicato stampa ufficiale più accordo con il TG3 per intervista e siamo a posto! Il giornalismo calpestato a fronte di una bella figura per la Guardia di Finanza (la stessa che , in diretta su non ricordo più quale trasmissione RAI inseguiva, in epoca Covid, con tanto di elicottero un povero sfigato che correva da solo su una spiaggia deserta...giusto per non dimenticare il recente passato). 

E guai se il suddetto comandante dovesse comunicare una notizia non passata al vaglio del Procuratore capo (che so, l’arresto di un tizio con qualche grammo di cocaina per dire). Per lui comincerebbero casini a non finire. Sinceramente non so più cosa dire su questo modo di fare che non sarà da regime, come ho messo nel titolo in maniera provocatoria, ma poco ci manca. Non rendiamo un servizio ai cittadini nascondendo le notizie brutte (anzi…) o quelle di rilevanza minima. O, peggio ancora, divulgando le operazioni che vanno a buon fine accordandoci con la RAI. Questo sistema è purtroppo diffuso. Vanno un po’ meglio le cose con i Carabinieri, ma molti fatti che accadono sono ancora nascosti perché è meglio così per tutti. Con i vigili del fuoco il comando dirama le cose ritenute più importanti con tanto di foto e logo dei vigili del fuoco. 

Se qualcuno esce dal comunicato e trova qualcosa in più c’è pure il rischio che riceva la telefonata di qualcuno incazzato che avrà qualcosa da dire. Sta ai giornalisti trovare quel qualcosa che non vogliono che si dica. Oggi, più di ieri, dobbiamo essere bravi in un compito che è quasi impossibile…

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