Parco del Ticino: pratiche di taglio boschi in aumento, nonostante le difficoltà


Le attività di taglio boschi, anche quest’anno, sono state segnate dall’emergenza Covid-19, in particolare per le difficoltà da parte dei cittadini di recarsi presso gli sportelli abilitati all’inserimento delle domande. Diversamente da alcuni uffici pubblici o altri operatori che hanno sospeso l’inserimento delle istanze, gli uffici del Parco del Ticino, hanno mantenuto i contatti con il pubblico seppur “a distanza”. E ha funzionato seppur la presentazione delle istanze si è rivelata problematica sia per gli uffici che per gli utenti, soprattutto per le persone più anziane, tra le più attive nella conduzione dei boschi, che si sono dovute fare assistere da figli, nipoti o cortesi “cartolai” e vicini di casa. Un discreto esperimento di solidarietà tra pubblico, utenti e cittadini per un futuro da “Italia digitale”.
 

Si è quindi, con grande pazienza e spirito di adattamento, adottata una procedura di supporto agli utenti sicuramente onerosa in termini di tempo e risorse per l’Ente Parco, ma che ha permesso di poter proseguire nelle attività di taglio boschi a pari requisiti e garanzie per tutti.
A questo si sono aggiunte altre difficoltà nello scorso mese di gennaio per il passaggio del sistema informativo taglio boschi da SITAB a SITAB2, una nuova piattaforma regionale  che ha necessitato di un periodo di rodaggio prima di  funzionare al meglio.

 

“Il Parco del Ticino -  commenta il consigliere delegato ai Boschi,  Massimo Braghieri  - dimostra la continua vicinanza all'utenza, adattandosi e riorganizzando tempi e metodi di lavoro per venire incontro alle esigenze dei cittadini, collaborando  insieme al mantenimento dell’importante ecosistema che dobbiamo tutelare”.
 
Nonostante le difficoltà, alla chiusura della stagione sono state presentate 660 istanze di taglio boschi, registrando  un ulteriore decremento (meno 7,4 %) rispetto alle 713 del 2019-2020 già segnato dal COVID. Un calo ancora più evidente se il dato viene confrontato a  quello del biennio 2018-2019 con  860 istanze (meno 23,21 %). Tra le 660 domande rientrano anche quelle di taglio di sole piante morte, pari a 129 (erano 108 nell’annata precedente).
Sono sempre più numerose le domande di tagli manutentivi, ovvero quelle per il taglio di piante potenzialmente pericolose per strade, ferrovie, opere idrauliche, infrastrutture quali gli elettrodotti, o anche abitazioni, che vengono realizzate in autocertificazione senza l’uscita del tecnico. Sono state  126 contro le 59 del 2019-2020 e le 103 del 2018-2019.

La validità delle autorizzazioni è di due anni, ed il 10 % delle domande (66 istanze) ha riguardato la richiesta di rinnovo dei tagli non ultimati nel biennio precedente.
Tra le tre province del Parco, il maggior numero di domande di taglio,  come sempre, è arrivato dalla provincia di Varese, sia per la maggiore presenza di boschi (il 45 % dei boschi sono in provincia di Varese, il 25 % Milano ed il 30 % in provincia di Pavia), sia per la diversa dimensione delle proprietà: piccole proprietà nell’alta pianura varesina e milanese, sino al canale Villoresi, grandi proprietà nella valle del Ticino, soprattutto a Pavia e Milano.
 
 
 
PROVINCIA
N° istanze
%
Varese
445
67,42
Milano
133
20,15
Pavia
76
11,52
Trasversali a più province
6
0,91
TOTALE
660
 
 

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