Da qualche settimana il sottobosco si sta risvegliando, coi primi fiori nemorali, campanellini, anemoni dei boschi. Insieme a loro anche la piccola fauna ha iniziato ad uscire dal letargo e si appresta alla fase riproduttiva. È il caso delle rane rosse e dei rospi comuni, tra i primi anfibi a mettersi in viaggio dalle aree di svernamento - i boschi di latifoglie - verso stagni, paludi e rogge, i siti riproduttivi di cui il Parco del Ticino è ricco.
Le rane rosse
(rana di Lataste e rana agile) sono oggetto di studio e monitoraggio da
qualche anno al parco del Ticino. In base alle recenti segnalazioni del
naturalista Milo Manica, collaboratore dell’area protetta, i nuovi
siti-habitat realizzati per gli anfibi a Motta Visconti si sono rivelati
altamente idonei, con una repentina colonizzazione. In questi anni è
stato scoperto come anche molti ecosistemi agricoli possano fare tanto
per questi animali: mantenere un fosso inerbito e con acqua pulita
consente loro di riprodursi e permette ai nuovi nati di svilupparsi e
trasformarsi da girini ad adulti.
I rospi molto
spesso nella loro migrazione sono costretti ad attraversare le strade
che possono rivelarsi letali. Per questo alcune squadre di volontari
(GEV, CAI, Protezione civile, associazioni e volontari del Parco) sono
impegnati tutti gli anni, sul finire dell’inverno, nel montaggio di
barriere a bordo strada per impedire che vengano investiti. I rospi sono
poi contati e portati al di là della strada per farli proseguire nel
loro percorso verso i siti riproduttivi.
Ma questi non
sono gli unici anfibi che popolano il Parco del Ticino. Fra poco
toccherà anche a raganelle, rane verde, rospi smeraldini, tritoni,
salamandre e al pelobate fosco attivarsi per la riproduzione negli
specchi d’acqua. Il pelobate, in particolare, è un anfibio molto raro,
che vede proprio nel Parco del Ticino la popolazione più grande presente
in Italia.
“È bene
ricordare che tutti questi animali sono delle ottime sentinelle della
qualità ambientale e vederli significa che i luoghi in cui li osserviamo
sono puliti e in buona salute- spiega Francesca Monno, consigliere delegato del Parco del Ticino -.
Non solo: sono fondamentali nella catena alimentare perché si nutrono
di insetti (comprese le fastidiose zanzare) e altri invertebrati. Sono
poi a loro volta prede per uccelli, rettili e mammiferi. Insomma, un
vero patrimonio di biodiversità da tutelare e conservare!”.
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