Magenta, dimissioni Prc; Manuel Vulcano: "Monica Garegnani, un assessore che ha fatto la differenza"

Questa mattina (6 ottobre) Monica Garegnani ha rassegnato ufficialmente al Sindaco Invernizzi le proprie dimissioni dalla giunta magentina, seguendo le indicazioni dell'assemblea del partito di cui era espressione. Questo atto segna il termine di un progetto politico di centrosinistra nel quale la locale sezione di Rifondazione Comunista aveva puntato tutte le proprie energie, lasciando per strada qualche scontento, qualche diffidenza e qualche amarezza in una parte del mondo della Sinistra magentina. Da domani si potrebbero riaprire scenari lasciati indietro tre anni orsono e nuovi ne potremo osservare. Ma oggi è il giorno dell'amarezza e dell'orgoglio. Alla conferenza stampa indetta per informare nel dettaglio su una scelta certamente pesante sono presenti e conducono i rappresentanti del partito e dell'assemblea che ha deliberato all'unanimità la scelta di fuoriuscita dalla maggioranza di governo (vedi http://naviglioparlante.blogspot.it/2015/10/rifondazione-magenta-il-pd-di-magenta.html). E sono presenti i due più direttamente coinvolti da questo passaggio: il consigliere-capogruppo Manuel Vulcano e, lei, Monica Garegnani, da poche ore ex assessore alle "POLITICHE PER IL LAVORO, POLITICHE PER LA COOPERAZIONE E LA COESIONE SOCIALE, POLITICHE PER LA PARITA´ DI GENERE, POLITICHE PER LA SEMPLIFICAZIONE E PER I TEMPI DELLA CITTA´ ", come recita la didascalia sul sito ufficiale della città. Monica è presente con un suo fare discreto e fermo; ed è con poche e semplici parole, prive di qualsivoglia acrimonia, che annuncia: "Questa mattina ho consegnato le mie dimissioni al sindaco, come indicato dall'assemblea degli iscritti; non ho preso parte al voto dell'assemblea poiché rimettevo la decisione a coloro che mi hanno designata". Ed ancora: "in giunta io ero l'espressione di quel programma; il braccio del mio partito per la realizzazione di quel programma che il mio partito aveva sottoscritto". E' serena Monica; rimette un assessorato e relativo stipendio senza battere ciglio e con parole di pieno convincimento e fiducia nelle scelte di quello che definisce "il mio partito". Un atto di coraggio oggi decisamente non frequente compiuto con la massima semplicità. Atto sorprendente quello del Partito magentino e che probabilmente riporterà tante cose al proprio posto; probabilmente aprirà la strada a rinnovati dialoghi a sinistra, interrotti, forse bruscamente, nel 2012, lasciando qualche strascico acidulo qua e là. E' Manuel Vulcano, l'artefice dell'adesione al progetto di centrosinistra che ha avuto il volto ed il nome di Marco Invernizzi, a mostrare maggiormente i segni di questa "decisione sofferta ma condivisa all'unanimità", decisione che cambia la toponomastica del consiglio comunale magentino. Vulcano aveva preso in mano una sezione magentina di Rifondazione in un periodo di stanca e nel giro di un paio di anni aveva riportato il partito alla ribalta, spingendolo a credere nella possibilità di stare con i cugini del Partito Democratico all'interno di un progetto di rinnovamento della politica, nonché delle politiche, cittadine. Chiaro che su di lui il dibattito a sinistra, interno ed esterno, in questi tre anni ha pesato e si è catalizzato. Vulcano interviene su richiesta dei giornalisti mettendo innanzitutto in chiaro il riposizionamento immediato alla minoranza consiliare, in accordo con quanto stabilito dagli iscritti. Ma subito il suo pensiero va alla collega ("compagna") Garegnani: "Monica è stata un assessore che ha fatto la differenza all'interno di questa giunta. Un assessore che ci è stato anche invidiato. A lei va tutto il nostro ringraziamento per il lavoro svolto". Ed è la stessa Monica, su domanda della stampa, a ricordare alcune iniziative a carico del proprio assessorato: "Il Centro anti-violenza per le donne avviato proprio qui a Magenta come riferimento per la zona, la gestione della Vincenziana per promuovere in città una idea di convivenza positiva con i rifugiati; la collaborazione con diverse associazioni sul tema dell'integrazione sociale; sulle politiche per il lavoro abbiamo avuti buoni risultati per la Dote dei Comuni, la collaborazione con il Centro per l'Impiego..."; eccetera; chiarisce Garegnani: "il mio era un assessorato senza portafoglio; ma non per questo un assessorato "inutile", come tanti lo hanno definito, poiché anche senza risorse finanziarie tanti processi virtuosi possono esser avviati nella comunità"; sottolinea, inoltre, che ogni iniziativa dal proprio assessorato è stata sempre condivisa dai colleghi di giunta e dal sindaco. Una chiosa non priva di profonda onestà e che testimonia la correttezza di questa presenza in giunta Invernizzi. Mentre nelle parole di entrambi i protagonisti non è difficile scorgere anche la rivendicazione di quella scelta del 2012 come esperienza positiva per la città e per il partito stesso. Poi - come sottolineano i compagni di partito cui viene lasciata l'illustrazione delle motivazione della fatidica risoluzione del rapporto di maggioranza - "nelle relazioni delle cose possono cambiare".
Alla fine è lo stesso Vulcano a descrivere l'immediato futuro: "Il nostro lavoro nella città e per la città continua; lavoreremo come abbiamo sempre fatto; come prima, più di prima, meglio di prima". Dopo "la rabbia e l'orgoglio" i due sembrano l'immagine de: "la serenità e l'orgoglio".

A. Branca

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