Ibis Sacro: venerato dagli egizi trova casa nel Parco del Ticino


PARCO DEL TICINO Ventotto esemplari di Ibis Sacro sono stati avvistati nei giorni scorsi nel Parco del Ticino, dove ancora si trovano le aree agricole meglio conservate tra Milano e Pavia. Lungo circa 70 cm, l’Ibis Sacro ha zampe assai sviluppate ed è caratterizzato dal lungo becco a lieve convessità superiore, nonché dal collo e dal capo neri, privi di penne, contrastanti con il piumaggio tutto candido. E’ specie inserita nell'allegato III della Direttiva 79/409/CEE, e la sua presenza nelle campagne del Parco del Ticino non potranno che arricchirne la biodiversità.
L’Ibis arriva in primavera ma non si sa da dove proviene. Nel 1989 fu avvistata la prima coppia all'interno del parco regionale delle Lame del Sesia in Piemonte. Si pensò subito a esemplari sfuggiti da qualche zoo privato. Ma non è da escludere che possano provenire dalle popolazioni francesi. Pareva infatti impossibile che questo uccello bianco con testa, collo e coda neri, noto oramai solo nelle paludi e i laghi a sud del Sahara, potesse essere arrivato da solo in quest'area protetta della Padania. Un tempo l'ibis sacro nidificava anche in Egitto, ove era venerato come l'incarnazione di Toth, dio della saggezza e compariva come uno dei segni dell'alfabeto geroglifico. Questo uccello predilige ambienti con presenza di acqua e fango e per questo motivo ha trovato un habitat ideale nelle zone risicole della pianura padana occidentale, con popolazioni cospicue in provincia di Novara e Vercelli ma con presenze significative anche nel Parco del Ticino, dove negli scorsi giorni è stato avvistato un gruppo di ben 28 individui. Non si hanno dati certi sul fatto che la specie nidifichi nel Parco del Ticino, mentre sono presenti numerose garzaie in Piemonte.
Questa specie infatti vive spesso in associazione con aironi cinerini, garzette, nitticore e aironi guardabuoi. Proprio quest’ultimo è una specie che solo da alcuni anni è presente in Italia settentrionale, dal momento che il suo areale comprendeva storicamente gran parte dell' Italia centro-meridionale. La prima nidificazione in Lombardia è avvenuta nel Pavese nel 1988, preceduta durante tutti gli anni ’80 da un incremento delle presenze di airone guardabuoi come svernante e come estivante ed è stata certamente favorita dalla presenza di ambienti umidi naturali e artificiali (risaie).
La presenza dell’Ibis sacro conferma quanto già hanno dimostrato i dati del FLA, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, che tramite i ricercatori Fabio Casale e Riccardo Falco, ha effettuato alcuni sopralluoghi sulle marcite nell’ambito del Progetto cofinanziato dalla Fondazione Cariplo “Gestione e conservazione di agro-ecosistemi e di ambienti forestali a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico nel Parco del Ticino” in collaborazione con il Parco del Ticino.
Dalle osservazioni ornitologiche effettuate dai ricercatori sono state rilevate ben 34 specie.

Nell’elenco qui sotto sono riportati il numero di individui osservati e, tra parentesi, la suddivisione dei numeri tra marcite localizzate nel Milanese e nel Pavese.

Airone guardabuoi n. 2 (2 MI, 0 PV)
Garzetta n. 5 (5 MI, 0 PV)
Airone bianco maggiore n. 5 (5 MI, 0 PV)
Airone cenerino n. 27 (25 MI, 2 PV)
Ibis sacro n. 4 ( 4 MI, 0 PV)
Germano reale n. 32 (32 MI, 0 PV)
Gheppio n. 1 (1 MI, 0 PV)
Sparviere n. 2 (1 MI, 1 PV)
Poiana n. 5 (3 MI, 2 PV)
Fagiano n. 1 ( 0 MI, 1 PV)
Gallinella d'acqua n. 2 (1 MI, 1 PV)
Pavoncella n. 422 (43 MI, 379 PV)
Frullino n. 1 (0 MI, 1 PV)
Beccaccino n. 90 (9 MI, 81 PV)
Tottavilla n. 2 (0 MI, 2 PV)
Allodola circa n. 350 (circa 200 MI, circa 150 PV)
Pispola circa n. 750 (circa 150 MI, circa 600 PV)
Spioncello circa n. 160 (circa 10 MI, circa 150 PV)
Ballerina gialla n. 7 (1 MI, 6 PV)
Scricciolo n. 2 (2 MI, 0 PV)
Passera scopaiola n. 1 (1 MI, 0 PV)
Pettirosso n. 10 (6 MI, 4 PV)
Codirosso spazzacamino n. 1 (0 MI, 1 PV)
Merlo n. 6 (1 MI, 5 PV)
Cesena n. 4 ( 1 MI, 3 PV)
Tordo bottaccio n. 1 (0 MI, 1 PV)
Tordo sassello n. 1 (0 MI, 1 PV)
Cornacchia grigia n. 64 ( 7 MI, 57 PV)
Storno n. 186 (56 MI, 130 PV)
Fringuello n. 114 (1 MI, 113 PV)
Peppola n. 10 (0 MI, 10 PV)
Lucherino n. 5 (5 MI, 0 PV)
Fanello n. 45 (45 MI, 0 PV)
Migliarino di palude n. 29 (2 MI, 27 PV)

Da queste prime osservazioni – hanno spiegato i ricercatori Fabio Casale e Riccardo Falco - emerge la significativa importanza che le marcite hanno per alcune specie, soprattutto in situazioni di terreno innevato e gelato. Particolarmente significativi sono i numeri relativi a Beccaccino, Pavoncella, Allodola e Pispola, oltre alle presenze di Frullino (specie in declino in Europa, non comune come svernante in Pianura Padana), Tottavilla (specie di interesse comunitario, in declino in Europa) e Fanello (specie in declino in Europa, nidificante soprattutto in habitat montani e svernante nelle aree agricole planiziali)”.




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