ROBECCO SUL NAVIGLIO A casa di Andrea Noè (VIDEO)

Robecco sul Naviglio: il cronista Graziano Masperi e il campione Andrea Noè

ROBECCO SUL NAVIGLIO Presto o tardi il momento di smettere arriva. Per Andrea Noè, ciclista professionista (anzi, ex) è arrivato all'età di 42 anni. Un vero record di longevità sportiva. Arrivato dopo 16 Giri d'Italia, due Tour e cinque Vuelta. Siamo andati a trovarlo nella sua casa di Robecco sul Naviglio dove ci ha accolto mostrandoci i  trofei. Le due maglie rosa sono la cosa più importante della sua vita, dopo la famiglia ovviamente. La vittoria più bella e indimenticabile? “Quella a San Marino nel '98 davanti al mitico Pantani – dice senza esitazioni – il corridore più forte che abbia mai visto, e ne ho visti tanti ve lo assicuro”. Non ha vinto tante corse Andrea, ma chi ha vinto lo deve anche e soprattutto a lui. “Perchè nella vita si possono raccogliere grandi soddisfazioni anche facendo i gregari – assicura – al giorno d'oggi è dura insegnare la passione ai ragazzi. Le strade non sono più quelle di una volta, sono più trafficate e quindi pericolose. I giovani hanno altri miti, soprattutto i calciatori. La televisione illude, nel ciclismo se non hai gambe, testa e cuore non vai da nessuna parte”. GUARDA IL VIDEO di Sara Rossi



Il “Brontolo” di Robecco ha cominciato con la pallavolo, ma in famiglia erano già corridori navigati. Il papà forte cicloamatore, il fratello con lo sport nel sangue era più forte di lui. “E allora è stato inevitabile – racconta – fu Luigino Chiodini a prestarmi la prima bicicletta da corsa ed è stato subito amore”. Ha visto tre generazioni, ha visto il bello e il brutto del ciclismo il Noè. “Ho avuto la fortuna di trasformare il mio hobby in un lavoro – dice – un lavoro continuato fino a 42 anni”. E adesso cosa farà il corridore che vanta il record del più anziano ad avere indossato la maglia rosa (38 anni)? “Corro in bici, ma certamente non con i ritmi che impone il professionismo – spiega – esco con gli amici, mi alleno per il calcetto e, soprattutto partirò per le ferie a Livigno. Mi piace la montagna, rilassa e permette di allenarsi al meglio”. Non si sbilancia sul “dopo”: “Ho un ottimo rapporto con i giovani, forse farò il talent scout ma è presto per dirlo – conclude – intanto mi godo il riposo, poi si vedrà”.

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