MALPENSA Un dossier del COVEST per contrastare la terza pista


MALPENSA Un dossier per mettere all’angolo Malpensa e i propositi di espansione. E se non basta anche una raccolta di osservazioni da parte degli stessi cittadini. Sono le forme di mobilitazione che il presidente del COVEST, Comitato Ovest Ticino, Elena Strohmenger ha spiegato lunedì scorso, 27 giugno, nel corso di una serata a tema a Oleggio, presso Villa Troillet, organizzata dal PD locale sul tema della Terza pista di
Malpensa. Alta la partecipazione, non solo tra i simpatizzanti PD, ma anche da parte di molti cittadini del territorio. Molte anche le adesioni alla campagna di partecipazione formalmente lanciata da Covest per raccogliere tutte le obiezioni allo Studio di Impatto Ambientale recentemente presentato dal gestore aeroportuale Sea per la nuova Malpensa.


Nel corso della serata è stato illustrato un testo sul quale sono indicate le gravi lacune e contraddizioni presenti nel testo depositato dal gestore aeroportuale che rendono l’opera inutile dal punto di vista dello sviluppo trasportistico ma estremamente pericolosa per la salute pubblica e per la condizione ambientale, soprattutto per i territori piemontesi. Malpensa è già al limite. Già oggi la sentenza Quintavalle, gli studi del Parco del
Ticino e del comune di Casorate dimostrano il superamento delle soglie di tutela della salute pubblica. Un incremento di decolli e delle infrastrutture funzionali contribuirebbe solo ad aumentare il traffico sul novarese.

E non è accettabile. Il Covest, che nel frattempo sta preparando il suo corposo dossier di controdeduzioni
al progetto, in coerenza con la raccolta firme del 2010 contro la Terza pista, tornerà sulle piazze e nei mercati. Lo farà per incontrare i cittadini e invitarli a esprimere il proprio parere e dissenso, fornendo anche osservazioni proprie e sottoscrivendo quelle stilate dal Covest. Non è più tempo di aspettare. Anche con una semplice firma il cittadino può tutelare la sua salute e quella della sua famiglia. Subito.
Segreteria del C.OVES.T Onlus



GLI AEREI TI PASSANO SOPRA LA TESTA?
E' ORA DI DIRE LA TUA!
Malpensa sta crescendo ancora, ma porta pochi benefici a noi cittadini e tanto inquinamento, con problemi per l'ambiente e per la salute. E' tempo di prendere posizione. Eʼ possibile partecipare alla Valutazione dʼImpatto Ambientale (VIA) che stabilisce la compatibilità del progetto SEA di espansione del traffico aeroportuale con la realizzazione anche di una Terza pista a Lonate Pozzolo, con decolli verso il novarese.
Tutti, Associazioni, Comitati, Sindaci e privati cittadini possono far pervenire al Ministero dell'Ambiente criticità, suggerimenti, osservazioni e proposte. Il C.oves.t, Comitato Ovest Ticino, ha preparato le sue argomentazioni tecniche approfondite sui documenti e chiede ai cittadini di partecipare esprimendo direttamente al Ministero il proprio pensiero e nel caso il proprio dissenso.
Lamentarsi dopo, non sarà più possibile.
Le tue osservazioni che potranno essere spedite:
A) direttamente per lettera raccomandata al Ministero dell'Ambiente (Direzione Generale per le valutazioni ambientali, Viale Cristoforo Colombo 44 - 00147 ROMA) entro massimo il giorno 11 luglio 2011 per evitare ritardi postali.
oppure
B) spedite per posta ordinaria all'associazione C.oves.t (Villa Soranzo, 28040 Varallo Pombia), entro il giorno 5 luglio 2011.
C) consegnate a mano presso la Segreteria del Comune di Varallo Pombia, entro il giorno 11 luglio 2011.
Porteremo noi direttamente al Ministero tutte le Osservazioni insieme a quelle del C.oves.t.
Per informazioni:



Elena Strohmenger
presidente Covest
cell. 348 7816751

C.OVES.T Onlus
Villa Soranzo - Via Simonetta, 3 - 28040 Varallo Pombia
E-Mail: covestonlus@gmail.com - Blog: http://covest.wordpress.com


OSSERVAZIONE:

Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art.26 del D.lgs 152/06 e s.m.i. relativa al nuovo
Master Plan dell’Aeroporto di Milano Malpensa - OSSERVAZIONI
La SEA, ha presentato il Master Plan per l’ampliamento dell’aeroporto di Malpensa con la costruzione di una terza pista localizzata in 330 ettari del Parco del Ticino per raddoppiare i volumi di traffico portando la capacità dell’aeroporto dagli attuali 19 milioni a 50 milioni di passeggeri l’anno nel 2030.
L’aeroporto di Malpensa si è sviluppato fino ad oggi in assenza delle dovute valutazioni ambientali. Di fatto è stato consentito un regime di esonero di Valutazione Ambientale fino a un traffico massimo di 21,3 milioni di passeggeri l’anno o 944 movimenti al giorno (Ministro dell’Ambiente Matteoli nel 2004), limite illegittimamente superato negli anni 2006 e 2007. La crescita dell’aeroporto non è stata accompagnata dai monitoraggi ambientali e dalle indagini epidemiologiche previste dal Decreto D’Alema n. 349 del 1999 e ha sempre ignorato il forte impatto sui territori lombardi e piemontesi, questi ultimi esclusi da sempre dalle scelte e del tutto ignorati.
Il grave inquinamento ambientale è prodotto dall’attività aeroportuale, dal sorvolo degli aerei e dal trasporto viabilistico legato alle attività aeroportuali. Questo è stato certificato dalla Sentenza Quintavalle emessa dal Tribunale di Milano nel dicembre del 2008 e confermato dagli studi sulle emissioni degli aerei, oltre che dai più recenti studi di Arpa Varese e Novara, di ASL Varese. Anche i recenti studi commissionati dal Comune di Casorate Sempione dimostrano che molti inquinanti rilasciati dagli aerei in decollo superano i limiti per la tutela della salute delle persone. Anche ASL Varese segnala che il tasso di mortalità per malattie polmonari nei comuni limitrofi a Malpensa è cresciuto percentualmente molto più che nel resto della provincia.
Le emissioni di inquinanti e di rumore del trasporto aereo provocano patologie anche molto serie nella popolazione, come molti studi italiani e nel mondo certificano. La rumorosità notturna degli aerei impatta secondo Arpa un territorio vasto di 358 km2 e circa 140.000 abitanti. Devastante è anche il danno ambientale e biologico sulle aree di pregio naturalistico come il Parco del Ticino, con aree SIC e ZPS, dichiarato Patrimonio dell’Unesco.
Si osserva che:
-La richiesta di VIA della SEA è basata su un semplice Master Plan, anziché su un progetto definitivo come previsto oltre che dalla normativa nazionale anche da quella comunitaria, che è stata accettato con disinvoltura dal Ministero dell’Ambiente.
-Il Sia reca gravi lacune e contraddizioni specificatamente rispetto ai codici ambientali, alla analisi della situazione attuale e alle proiezioni degli impatti futuri prevedibili, minimizzando gli impatti sia attuali sia futuri con la giustificazione (teorica) che l’evoluzione tecnologica porterà ad avere meno impatti.
-I dati di sviluppo del traffico aereo negli anni a venire non impongono il raddoppio di questo aeroporto, perché ogni giusta esigenza trasportistica potrà trovare risposta in un piano coordinato dei tanti aeroporti del Nord-Italia.
-I danni cumulati in oltre 10 anni di attività sono oggi misurabili e misurati sulle aree SIC (Sito di Interesse Comunitario), ZPS (Zone di protezione speciale) e IBA (Important Bird area) del Parco del Ticino, come pure su territori e nelle popolazioni ricadenti sotto l’influenza delle attività aeroportuali. Di disastro ambientale parla il Corpo Forestale dello Stato parlando di Quintavalle.
-La VIA deve essere effettuata su tutta l’opera inclusa l’infrastruttura esistente, anche in assenza di nuove infrastrutture, prima di prendere in esame un progetto che supera il traffico autorizzato di 21,3 milioni di passeggeri/anno.
-La Valutazione Ambientale Strategica VAS (che non viene effettuata) è richiesta su tutti i Piani di Governo del territorio, anche dei più piccoli Comuni, anche per l’autorizzazione di piccolissime varianti di tipo residenziale. La VAS su un Piano d’Area di Malpensa condotta unitamente dalle Regioni Lombardia e Piemonte è l’unico strumento che ci può e ci deve dire quale è lo sviluppo cui Malpensa può arrivare e che questo territorio può sopportare, definendo il limite e mettendo regole.
-Nella situazione attuale di grave degrado legato all’aeroporto di Malpensa nelle aree in cui viviamo, il progresso tecnologico deve servire a rientrare in parametri di vivibilità e non ad accrescere il degrado aumentando le fonti di impatto.
Tutto ciò osservato, si chiede che il Ministero respinga il progetto Master Plan e la VIA.

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