MAGENTA In città la Croce di San Carlo, venerdì la Via Crucis

MAGENTA (di Fabrizio Valenti) Un evento religioso davvero speciale, ma dal forte sapore popolare e destinato ad attirare in città migliaia di persone. Domani sera, mercoledì alle 21, nella Basilica di San Martino, con una veglia di preghiera per tutti i giovani del Decanato, sarà accolta la Croce di San Carlo Borromeo con la reliquia del Santo Chiodo. Quindi, venerdì Primo Aprile, alle 20,45, con la presenza dell’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, si terrà una Via Crucis per le vie della Città alla presenza di fedeli provenienti da tutto il territorio.
Sono attesi gruppi dalle zone pastorali di Rho, Saronno e Busto Arsizio. Un momento particolare per Magenta, tanto che sono attese, anche tutte le scolaresche cittadine. La presenza della Croce di San Carlo Borromeo, d’altra parte, dà alla manifestazione un valore unico. Il motivo di tutto ciò si collega al fatto che ricorre il quarto centenario della Canonizzazione di San Carlo Borromeo, avvenuta il Primo Novembre 1610 in San Pietro, alla presenza del Papa Paolo V. San Carlo fu Arcivescovo di Milano dal 1565 al 1584, anno della sua morte. La croce che sarà innalzata durante la processione è una  croce semplice di legno con un incavo nel quale è contenuto un cofanetto di cristallo che protegge il Santo Chiodo. E’ stata fatta realizzare da San Carlo per poterla portare in processione per le vie di Milano. Infatti, a San Carlo, negli anni della terribile peste, fu chiesto dalla popolazione di organizzare una processione con il Santo Chiodo per impetrare la cessazione di tale flagello che era iniziato nel 1576 nel Borgo degli Ortolani.

Quanto al sacro chiodo, le sue origini si ritrovano nella prima metà del IV° secolo, quando, la Regina Elena, Madre di Costantino, avviò delle ricerche con l’intento di ritrovare le reliquie della Passione del Signore. Sarà nel 1461 l’Arcivescovo Carlo di Forlì, avendo ormai completato l’abside dell’attuale Duomo, i cui lavori erano iniziati nel 1386, a decidere di riporre qui in un cofanetto il Santo Chiodo. Oggi tale reliquia è conservata in un tabernacolo segnalato da una lampada rossa ben visibile all’ingresso in Duomo. Successivamente, si stabilì la celebrazione solenne del 3 maggio, Festa del Ritrovamento della Santa Croce. Una volta soppressa tale festività liturgica, le celebrazioni verranno spostate al 14 di settembre, Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Così ogni anno si ripete il rito. Con l’Arcivescovo, che sale lassù attraverso un “marchingegno” chiamato ‘Nivola’ – perché è dipinto come una grossa nuvola  con angioletti svolazzanti – che pare essere stato perfezionato da Leonardo da Vinci, proprio in quegli anni, ospite dei Visconti Sforza.

Commenti