MAGENTA Nuovi capannoni STF, il PD lancia l'allarme: "Si al lavoro, no alla svendita del territorio!"

Magenta: la STF si allarga coprendo via Grandi
MAGENTA Pubblichiamo integralmente il lungo comunicato del PD sulla proposta di piano di lottizzazione presentato dai fratelli Trifone nell'area STF. Si tratta di un argomento importantissimo. La STF si sta allargando coprendo la via Grandi (tempo fa vi fu un lungo contenzioso con la Litoart oggi trasferita a Bernate Ticino), verso Robecco. Più posti di lavoro verranno garantiti dalla STF, una delle poche aziende sane del territorio. Ma il PD si pone alcune domande:


(Dal PD di Magenta) Magenta ha sete di lavoro. La crisi economica e la mancanza di occupazione, da molto tempo, stanno mettendo in difficoltà molti cittadini della nostra Città e del nostro territorio. Il Partito Democratico di Magenta ha a cuore questo problema e ritiene che su questo fronte l’Amministrazione comunale avrebbe potuto fare molto di più.

Il Comune di Magenta avrebbe potuto impegnarsi – attraverso un Accordo di Programma con forze sindacali, Provincia, Regione e Governo - per creare le condizioni favorevoli al salvataggio della Novaceta da parte di imprenditori disposti a investire nel territorio.

Il Comune di Magenta avrebbe potuto presentare un piano di recupero e sviluppo dell’area ex-Saffa a Pontenuovo, per il rilancio del lavoro su un’area di 75 ettari (pari a circa 112 campi da calcio) strategica per tutto l’Ovest Milano.


Oggi il Comune di Magenta perde un’altra occasione, con una gestione maldestra e poco trasparente della proposta di Piano di lottizzazione presentato dai Fratelli Trifone nell’area STF.

La legittima richiesta di un imprenditore, che vuole potenziare la propria area industriale, non è stata giocata in modo positivo e con serietà da parte dell’Amministrazione comunale, che avrebbe dovuto impostare un percorso di condivisione con la Città e perseguire gli interessi della collettività.

Così non è stato.

La richiesta di costruire nuovi edifici industriali, che saranno enormi (superficie complessiva di 40.000 metri quadri) e saranno alti più dell’Ospedale di Magenta (superando i 32 metri di altezza), deve necessariamente tener conto del forte impatto ambientale e paesaggistico. Il volto di Magenta sarà infatti pesantemente modificato per decenni in una zona a ridosso del Parco del Ticino.

Il Partito Democratico di Magenta denuncia l’assoluta incapacità e miopia dell’Amministrazione comunale nella gestione di questa opportunità e non condivide nel modo più assoluto il percorso seguito della maggioranza per presentare questa proposta in Consiglio comunale.



Magenta non è stata informata, né coinvolta.

È drammatico che la Giunta Del Gobbo, “famosa” per la sua capacità di comunicazione, abbiamo mantenuto il totale silenzio su questa scelta. In pochissimo tempo e con qualche breve riunione, la maggioranza ha deciso nel silenzio più assoluto di chiedere il voto del Consiglio comunale senza la minima condivisione con la cittadinanza.

Ma una decisione che avrà un fortissimo impatto ambientale e paesaggistico, avrebbe dovuto essere condivisa con i cittadini, i comitati, le associazioni, le forze politiche e sindacali, i mondi vitali di Magenta… Invece nulla di tutto questo è stato fatto.

Per la stesura del Piano di Governo del Territorio sono stati organizzati incontri, dibattiti, passeggiate nei quartieri… e per decidere di far realizzare tre capannoni più alti dell’Ospedale nulla di tutto questo?





Dopo la Lindt, nessuno crede più alle bugie di Del Gobbo sul lavoro.

Dopo le bugie raccontate dal Sindaco Del Gobbo sui famosi “posti di lavoro” alla Lindt, a Magenta nessuno crede più alle promesse di cioccolato dell’Amministrazione Comunale.

Nella campagna elettorale del 2007, il candidato Sindaco Luca Del Gobbo aveva giustificato la scelta di far insediare un nuovo capannone Lindt a Pontenuovo con la promessa di 260 posti di lavoro. Oggi, in quel capannone, lavorano poche decine di lavoratori stagionali, per ammissione della stessa maggioranza. La loro credibilità su questo fronte “sta a zero”.

Oggi, nella richiesta dell’impresa Trifone di ampliamento dell’attività industriale, non è minimamente specificato quanti posti di lavoro saranno messi a disposizione con la costruzione dei tre nuovi capannoni STF né viene spiegato se la realizzazione dei nuovi fabbricati comporterà in parte il trasferimento in altra sede della attuale produzione o se addirittura la stessa venga temporaneamente sospesa durante la costruzione dei nuovi immobili. Insomma quale sarà il “saldo occupazionale” effettivo al termine dell’intervento?



Manca una seria valutazione ambientale da parte del Comune.

Il Comune di Magenta, oltre che non informare l’opinione pubblica della scelta, ha perseguito un procedimento amministrativo finalizzato a evitare in ogni modo una completa e reale valutazione dell’impatto ambientale dei tre nuovi capannoni.

Di cosa si ha avuto paura?

Invece di un Piano integrato di intervento, è stata fatta la scelta di presentare un Piano di Lottizzazione, evitando così la convocazione di una Conferenza dei servizi e il coinvolgimento nella decisione di altri soggetti (Parco del Ticino, Asl, comuni adiacenti,…)

Il Comune di Magenta avrebbe dovuto richiedere la Verifica di assoggettabilità a VIA/VAS del progetto (una sorta di VIA semplificata, in quanto l’intervento è molto impattante. La valutazione di impatto ambientale (VIA) è infatti una procedura amministrativa finalizzata a individuare, descrivere e valutare gli effetti dell'attuazione o meno di un intervento urbanistico. Appare assurdo che in questo caso non sia stata richiesta.

Il tipo di impianto che verrà realizzato nei tre nuovi capannoni rientra tra quelli obbligati a effettuare la Verifica di assoggettabilità (vedi allegato IV del D.lgs 152/2006 - Testo Unico dell’Ambiente). Il Comune avrebbe dovuto quindi richiedere una spiegazione seria e completa delle attività che si svolgeranno all’interno dei capannoni, per valutare al meglio la scelta e per verificarne la compatibilità ambientale ed il suo impatto sul territorio.

La rete delle infrastrutture viabilistiche esistenti non è in grado di sopportare il volume di traffico e rischia di essere sottodimensionata rispetto alla dimensione dei veicoli necessari per movimentare i manufatti prodotti da STF.



Non sono stati richiesti adeguati interventi per la Città.

Le compensazioni richieste dal Comune di Magenta all’impresa non sono assolutamente adeguate il tipo di intervento concesso. A titolo di esempio, è sufficiente citare gli standard qualitativi degli oneri di urbanizzazione ottenuti, che ammontano a meno di 50.000 euro (a fronte di un progetto dal valore di diverse decine di milioni di euro). Le opere di mitigazione ambientale appaiono quantomeno insufficienti per ridurre l'impatto paesaggistico di una struttura delle dimensioni prospettate. Non si spiega neppure perché la demolizione e la realizzazione della cabina Enel interessata dal progetto debba essere pagata a spese della collettività.

Vengono richieste due deroghe su parametri fondamentali quali l’altezza massima dei fabbricati che viene invece portata a mt 32 (un palazzo di 11 piani) e il mancato rispetto delle superfici filtranti delle aree pertinenziali ai capannoni di nuova realizzazione. E’ possibile non entrare in profondità riguardo all’impatto ambientale dell’intervento proposto in una zona a ridosso del Parco del Ticino ed al confine con il Comune di Robecco a fronte di una ventilata possibilità di nuovi posti di lavoro senza alcuna garanzia in tal senso?

Il Partito Democratico non ha partecipato al voto.

Una classe politica seria si deve far carico di saper coniugare una legittima richiesta di intervento privato con la garanzia di ricadute positivamente accettate dalla collettività.

Un simil tipo di intervento va contestualizzato anche con le ricadute occupazionali ma dalla documentazione in nostro possesso non si evincono parametri occupazionali, per qualità e per quantità, riteniamo, così, che sia del tutto legittimo affrontare queste riflessioni ed oggi l’Impresa è tenuta a chiarire questi punti di fronte a degli amministratori locali.

Il Partito Democratico è un partito che dice sì al lavoro.

Il Partito Democratico ha la consapevolezza e sottolinea che sarebbe pura finzione esprimere un parere di qualsiasi sorta su questo intervento, senza prima aver dato risposte alle criticità fin qui evidenziate.

Noi siamo a favore di quegli interventi che possano portare con certezza una ricchezza condivisa e un lavoro vero e dignitoso per i molti che oggi interrogano anche gli amministratori locali su questo problema.

Essere usciti dall'aula ha significato contestare la superficialità dei partiti (Pdl e Lega Nord) che si apprestano a votare favorevolmente questo progetto, e quindi la leggerezza con cui affrontano la questione lavoro.

Essere usciti dall'aula ha significato permettere alla Città di vedere come questi partiti governino oggi Magenta con arroganza e sprezzo del bene comune e non prendano in considerazione le ricche osservazioni che sarebbero potute arrivare attraverso un auspicabile dibattito in Consiglio comunale e un vero ascolto della città.

Commenti

  1. PURTROPPO QUESTE LINEE DI GUIDA FANNO SOLO COMODO AI GROSSI IMPRENDITORI CHE MONOPOLIZZANO L'INDUSTRA LOCALE NON PERMETTENDO LO SVILUPPO DELLA COMUNITà, SE LA COMUNITA NON HA SUFFICENTI SFORZI PER REAGIRE A QUESTI GIOCHI D'INTERESSE NE PAGHEREMO TUTTI..ESSENDO UNO DEI PROPRIETARI DEI TERRENO CHE RIENTRANO NEL PROGETTO DEL BUSINESS PARK A MAGENTA ( MOLTO DISCUSSO, SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA ), SONO CONVITO CHE NON è ANCORA TROPPO TARDI PER AGIRE IN MERITO VISTO CHE LA LEGGE è DALLA NOSTRA PARTE. SE QUALCUNO è INTERESSATO MI CONTATTI (stefano_ticozzelli@fastwebnet.it)

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