Claudio Cavaliere (sulla sinistra, presidente comitato inquilini case Aler) e Golu Radosalevich (uno degli occupanti) |
Da qualche mese tutte le costruzioni abusive, compresa quella condonata dell'insediamento rom di via Abbiategrasso, sono state abbattute. Le ruspe sono entrate in azione per volontà degli stessi rom, e la situazione sembrava essersi finalmente risolta. Molti di loro si sono trovati però senza un tetto. “Cosa avremmo dovuto fare? - si chiede Golu Radosalevich – non abbiamo un posto per vivere, per questo abbiamo occupato questo appartamento. Abbiamo quattro bambini, non avevamo alternative”. Sanno che si tratta di una illegalità in piena regola, ma non vogliono scendere a compromessi e dicono a chiare lettere che non lasceranno la casa. A loro si è aggiunta anche una terza persona, fratello di Golu Radosalevich.
“A questo punto temiamo addirittura che Aler sospenda i lavori di bonifica del tetto in amianto – conclude Cavaliere – vista la situazione di abusivismo che si è venuta a creare. I rom non capiscono che in questo modo danneggiano una famiglia che aveva il diritto di ottenere quell'appartamento in virtù della graduatoria. E che non potrà avere la casa perchè è stata occupata. Chiediamo che si muova la politica, che chi di dovere si interessi alla situazione. E, in ultima analisi: chi pagherà i servizi che useranno questi occupanti abusivi? I residenti che pagano le spese regolarmente”.
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