Alzaia Naviglio Grande: ancora in attesa del "si" della Soprintendenza per i lavori

MAGENTA Alzaia del Naviglio Grande ancora chiusa, con tanto di cartelli di divieto all'ingresso raffiguranti pedoni e ciclisti, da Turbigo a Cassinetta di Lugagnano. L'ormai nota sentenza che ha condannato il Parco del Ticino ad un cospicuo risarcimento alla famiglia di una donna caduta in acqua e deceduta a seguito dello scontro con un ragazzino, ha dato vita a polemiche a non finire. Qualcosa potrebbe però muoversi e a breve l'alzaia potrebbe riaprire, almeno per i pedoni. Lo aveva detto qualche settimana fa il direttore del Parco del Ticino Dario Furlanetto in occasione di un convegno ospitato a Castelletto di Cuggiono, e lo ha ribadito oggi. “Siamo in attesa del parere favorevole della soprintendenza dei beni ambientali e dell'assessorato regionale competente – ha detto – e speriamo possa arrivare presto in modo da velocizzare i tempi”. Frattanto la prossima settimana partiranno i lavori per il tratto sperimentale tra Pontevecchio e Pontenuovo di Magenta: “Vedremo i risultati che porterà e li sfrutteremo per le opere future”, aggiunge il direttore. I lavori che consentiranno la riapertura dell'alzaia ai pedoni prevedono l'installazione, lungo tutto il tratto, di scalette e salvagente per garantire condizioni di sicurezza nell'eventualità che qualcuno finisca in acqua. Più lunghi invece i tempi per la riapertura totale anche ai ciclisti preventivata per il prossimo anno.

Occorre però aggiungere che il divieto è stato completamente disatteso dai ciclisti che hanno continuato, in tutti questi mesi, a percorrere l'alzaia incuranti della possibilità di incappare in una sanzione da 51 euro. Multe che, tra l'altro, non sembra siano mai state elevate. Le polemiche incalzano, e non solo da pare di chi pretende di poter continuare ad usufruire della pista ciclabile, ma anche da parte di coloro che denunciano la maleducazione di molti: “L'alzaia è luogo di meditazione e relax, dove si possono fare lunghe passeggiate nella natura – ha detto un frequentatore della pista ciclabile – non un posto dove stare attenti a non essere travolti dal primo ciclista che passa a velocità folle”.

I ciclisti stanno continuando così a percorrere la pista ciclopedonale dando vita ad una sorta di “disobbedienza civile”: “Per quanto mi riguarda – spiega un ciclista boffalorese – il divieto non mi ha mai scoraggiato dal frequentare l'alzaia. E' l'unico luogo dove si può ancora pedalare in pace, lontano dall'inquinamento e dal caos cittadino. Speriamo che possano metterla in sicurezza al più presto”.

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