Paesaggi, territori, culture: viaggio nei luoghi e nelle memorie del Parco del Ticino

Oltre trecento studenti universitari registrati nelle tre giornate di lavori, due assegni di ricerche per un totale di 46 mila euro e una convenzione che legherà il Parco del Ticino e il Dipartimento di Geografia e Scienze Umane dell’Ambiente dell’Università Statale di Milano per i prossimi tre anni. E il volume “Paesaggi, territori, culture. Viaggio nei luoghi e nelle memorie del Ticino“ curato dal Porfessor Guglielmo Scaramellini. Il libro, edito da Cisalpino Istituto Editoriale Universitario Monduzzi Editoriale srl, raccoglie in 400 pagine i primi saggi prodotti dagli studiosi del Dipartimento di Geografia e Scienze Umane dell’Ambiente condotti nell’ambito del progetto “Territori, luoghi, identità culturali nella valorizazione turistica del Parco del Ticino“ che l‘Università degli Studi di Milano e il Consorzio Parco del Ticino hanno promosso nel 2009.



"La collaborazione tra Parco e Università Statale di Milano è nata nel marzo del 2009 – spiega la presidente del Parco del Ticino, Milena Bertani – e ha come obiettivo quello di fornire una rilettura del territorio secondo i principi della geografia umana. Il Parco del Ticino è stato per 36 anni oggetto di nuemrose ricerche sulla biodiversità e sulla qualità delle acque. Questo volume è il primo studio che valorizza il territorio del Ticino e ne riscopre la sua identità e la cultura perchè al centro delle riflessioni vi è la gente della Valle del Ticino. Un’idea nata dalla volontà del Consiglio di Amministrazione di dare una nuova vocazione al Parco, quella turistica però oopportunamente pianificata e gestita, come strumento dello sviluppo sostenibile in grado di valorizzare le risorse locali, promuovere l’economia e rilanciare l’occupazione. Un Parco non solo fatto di vincoli e di limiti ma ricco anche di opportunità per i residenti. I Parchi rappresentano un’attrattività turistica derivante dalla sovrapposizione di molteplici fattori: non solo natura tutelata ma anche splendidi centri storici, saperi, sapori, tradizioni, infrastrutture adeguate e rispettose dei valori identitari. Natura e Cultura sono ancora gli elementi chiave per strutturare il viaggio: patrimonio culturale e varietà paesaggistica sono leve competitive per lanciare le località minori, luoghi spesso sconosciuti anche agli italiani, dove più forte è il legame con storia e costumi tradizionali. La storia dei parchi italiani - a differenza di altre realtà di incontaminata bellezza ma prive di antropizzazione - dimostra che è davvero possibile costruire un’economia basata sui tempi della natura, ad esempio la lentezza come stile di vita, preferibile oggi a qualsiasi decrescita o a-crescita, e sulla qualità, elementi fondamentali per distinguersi dalla omologazione e dalla globalizzazione.

Un tema di grande interesse e discussione è rappresentato da Expo 2015 che può quindi costituire un’importante vetrina per promuovere l’eccellenza del sistema delle aree protette e l’affermazione di nuova filosofia e di uno stile di vita che hanno contraddistinto, da un quarto di secolo, le politiche dei parchi in Italia.

Perché questo si realizzi, occorre che i Parchi siano al centro e non ai margini, di una rete complessa di decisori e che vede coinvolti tutti gli stakeholders del territorio.

In chiave Expo per valorizzare il “glocal” occorre che il sistema delle aree protette lombarde diventi il perno centrale di una fitta rete costituita dai parchi che afferiscono al bacino padano, dai parchi d’Europa e di quelli dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Sono convinta che questi tre giorni di lavoro con l’Università costituiranno le best practices nel sistema delle aree protette italiane. In questi tre giorni abbiamo registrato oltre trecento presenze di studenti universitari e, per l’ultima giornata, era presente anche una IV classe di un Istituto Superiore di Abbiategrasso ad indirizzo turistico. Aver risvegliato nei giovani la voglia di studiare il Parco è per noi un obiettivo importante, significa avvicinarli ad una Istituzione e far comprendere loro le enormi opportunità occupazionali che può offrire un parco. Ringrazio l‘Ammnistrazione comunale di Abbiategrasso che ci ha dato la possibiltià di utilizzare la struttura dell’Annunciata e ha presenziato ai lavori con una testimoninanza significativa del sindaco Albetti. Se il futuro economico è green, indubbiamente le aree protette sono già oggi i capisaldi di questo sistema".

"Siamo felici di essere qui e di questo accordo che è una vera e propria convenzione triennale rimnovabile per una serie di attività didattiche e di ricerca – ha precisato il Professore Guglielmo Scaramellini - . E‘ meritorio che il Parco abbia contribuito a finanziare questa ricerca con due assegni da 46 mila euro a due giovani ricercatori che hanno collaborato alla stesura del volume. La prima di questa ricerche si è concretizzata nel volume che abbiamo presentato. L’idea nostra è di mettere in atto quello che diventa una missione dell’Università: uscire dai confini e integrarsi con la realtà ambientale, economica e turistica del territorio>".

Il Professor Paolo Inghilleri ha spiegato la ricerca racchiusa nel primo volume.

"Dieci persone hanno lavorato in maniera intensiva all’elaborazione di questo volume realizzato in solo sei mesi – ha dichiarato- . Tempi brevi perchè molte di queste ricerche erano già in atto. Quello che si è fatto è stato applicarle al caso specifico. Altre sono solo enunciazioni di un lavoro che verrà sviluppato e raccolto in volumi successivi. Si tratta di una ricerca specialistica in grado di scoprire cose nuove, un’applicazione concreta in termini di percorsi turistici per creare una nuova identità al territorio del Parco attraverso le memorie storiche. Il fiume è un simbolo fortissimo, non possiamo trascurarlo, anzi vogliamo fare in modo che il Ticino sia un’opportunità per questo territorio che possa trovare nel Parco un elemento economico".

Gli obiettivi futuri della collaborazione: Leonardo nella Valle del Ticino

"L‘Acqua sarà l‘elemento che caratterizzerà in modo determinante la proposta turistica – ha concluso Milena Bertani- . L’acqua del Ticino ha segnato la vita di questo territorio in agricoltrua, con le marcite, il sistema di irrigazione, la vita in cascina. Nell’atività di pesca che ci consente oggi di recuperare specie ittiche quasi scomparse come lo storione. Con la presenza di centrali per la produzione di energia. Per questo il prossimo ambito di studio affidato all’Università sarà Leonardo nella Valle del Ticino, con lo scopo di individuarne i segni e la presenza e realizzare un ecomuseo".

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