MAGENTA Un gruppo su Facebook contro la chiusura dell'alzaia Naviglio Grande

MAGENTA C'era da aspettarselo. La chiusura dell'alzaia del Naviglio Grande da Turbigo a Cassinetta di Lugagnano ha scatenato un vespaio di polemiche. Come abbiamo spiegato pochi giorni fa la sentenza che ha condannato in solido il Parco del Ticino e una famiglia del milanese a risarcire i parenti di una donna caduta nel Naviglio e deceduta un anno dopo, ha definito “pericolosa” la pista ciclopedonale, obbligando così l'ente Parco ad intervenire. Il direttore Dario Furlanetto ha annunciato che sono in corso verifiche per capire come si potrà agire senza deturpare il territorio. Ma finchè non ci sarà una protezione adeguata nessuno potrà circolare, neanche a piedi in teoria. Pena una sanzione di 51 euro. “Qualche multa saremo costretti a darla”, annunciava Furlanetto con nemmeno troppa convinzione. Del resto è proprio uno di quelli che maggiormente criticano la sentenza. Quindi ci siamo chiesti: chi osserverà tale obbligo? Proprio nessuno, dai commenti che si sentono in circolazione.


Com'era prevedibile il popolo di Facebook si è mobilitato con un gruppo chiamato “Ridateci il nostro Naviglio” che ha raccolto nel giro di pochi giorni quasi 1.300 adesioni. E sono destinate ad aumentare sempre più. Al gruppo si sono iscritti proprio tutti. Dalla mamma che non rinuncerà mai alla passeggiata quotidiana con il figlioletto sull'alzaia, al campione di ciclismo Andrea Noè che aggiunge: “Il Naviglio è nostro, non ce lo toglieranno mai”, a Giovanni Gronda che pochi mesi fa aveva esposto a Cassinetta di Lugagnano il suo progetto (la “Grande Gronda”) di pista ciclabile capace di collegare il lago Maggiore al lago di Como passando per Milano, ai semplici amanti della natura che stanno inserendo immagini su uno (forse l'unico) dei luoghi più suggestivi del territorio. All'appassionato di corsa a piedi che annota il suo commento: “Stamattina ho percorso 15 chilometri sull'alzaia, domenica ne farò 30 da Cassinetta a Castelletto di Cuggiono e ritorno. E se vorranno multarmi dovranno rincorrermi”.

C'è anche chi la butta sull'ironia: “Dove andrò a correre adesso? Sulla Boffalora-Malpensa?”, oppure: “Così dovranno transennare tutti i sentieri di montagna”. E chi si chiede se i giudici abbiano ragionato a fondo prima di decidere: “E' difficile poter dire qualcosa su una sentenza del genere – ha scritto Claudio – Che una persona possa decidere in questo modo e con questo potere su un territorio, è sconcertante”. Nel frattempo fioccano le proposte per una protesta pacifica. Fra te tante prende piede quella di dedicare una giornata proprio a passeggiare sull'alzaia: “Ritroviamoci tutti a piedi o in bicicletta! Vediamo quante multe riusciranno a dare”.

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