MAGENTA Viaggio nel quartiere Aler di via Toti, dove un uomo ha perso la vita per il freddo


MAGENTA “Abbiamo più volte segnalato all'Aler le condizioni di degrado che subiamo tutti i giorni, ma senza ottenere risposte. Le forze dell'ordine sono al corrente del rischio che corrono tante persone, più che altro nordafricani che cercano un luogo per ripararsi tra i palazzi. Nei tombini e nelle cantine si costruiscono abitazioni di fortuna e, purtroppo, capita che incontrino la morte”. Dopo il decesso del giovane magentino di 43 anni trovato cadavere in un'auto, è polemica in via Toti. Perchè non è certo il primo caso di persona costretta dalle vicissitudini della vita a dormire in un'auto. E' una vera e propria città nella città quella che emerge ascoltando i racconti dei residenti di via Toti. Quartiere che negl ultimi anni ha cambiato volto. Anni fa era abitato soprattutto da meridionali, oggi ci sono diverse famiglie di extracomunitari. Situato in una zona dimenticata della città, a dieci metri dalla ferrovia. Dall'altra parte c'è l'ospedale dove tanti marocchini stazionano come "posteggiatori". Indicano un posto auto libero in cambio di una moneta. Sono diminuiti nel corso degli anni dopo i continui controlli dela Polizia locale, ma qualcuo è sempre lì ad aspettare.


“La maggior parte di loro ha alle spalle storie familiari devastanti – raccontano in via Toti – allora si inventano una casa che tutto è tranne che una casa. I nordafricani poi un'abitazione non la possiedono e quindi vengono qui a cercarla”. Sono soprattutto marocchini quelli che capitano in via Toti. Gli stessi che attraversano la ferrovia per sfuggire ai controlli di carabinieri e polizia locale quando si recano nel piazzale antistante l'ospedale Fornaroli in cerca di soldi. Ma allora che fare per evitare tragedie simili? Esistono luoghi per senza tetto dove poter trascorrere la notte nella zona? “Viviamo in un quartiere degradato – denunciano ancora i residenti delle Aler – tanto per dirne un'altra, hanno costruito questi palazzi negli anni '70 quando il traffico ferroviario non era certo quello di oggi. La notte passano treni a velocità sostenuta a pochi metri dalle nostre case, causando rumori infernali”.


Ogni anfratto, ogni buco che si può notare nel quartiere può diventare alloggio di fortuna per sfortunati senza fissa dimora. Qui, nella foto a fianco, vediamo le coperte all'interno della Renault Espace del 43enne morto assiderato. E in quella sopra un residente ci mostra un minuscolo scantinato dove sono state trovate suppellettili e operte per la notte.

Torneremo nel quartiere nel prossimi giorni ad ascoltare la voce di chi non ha nessuno.

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