I voti di Ossona per Zambetti arrivano dalla 'ndrangheta? Camilla intervista il papà Sergio Garavaglia...
OSSONA (DI CAMILLA GARAVAGLIA) Domenico Zambetti è stato arrestato. L'accusa?
Aver comprato un pacchetto di preferenze per la sua elezione nelle Regionali
2010 da due esponenti della 'ndrangheta. Nei suoi confronti, ipotizzati anche i
reati di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalla
finalità mafiosa. Comincia così la mattina del mio 10 ottobre, in modo un po'
turbolento e con un peso sullo stomaco molto maggiore rispetto a quando ho appreso,
ad esempio, dell'arresto dell'altro assessore regionale Franco Nicoli
Cristiani. Sì, perché mentre il nome di Nicoli poco mi diceva fino alla data
dell'arresto, il nome di Domenico Zambetti già risuonava in casa mia da almeno
dieci anni. Per mio papà, Sergio Garavaglia, era Mimmo. Politicamente, io e
Zambetti avevamo davvero poco da spartire, ma per quanto l'ex assessore non
abbia mai avuto il mio voto, perlomeno ha avuto il mio saluto e i miei sorrisi:
Mimmo era pur sempre amico di papà. L'ho incontrato in qualche occasione
politica, come quando ha sostenuto Garavaglia alle elezioni comunali (da lui
perse, vinte da Luigi Dell'Acqua), o in occasioni lavorative, come quando ha
incontrato i residenti delle case Aler di via Carlo Porta a Legnano, dove mi trovavo
in veste di inviata de Il Giorno. Non ho mai avuto dubbi sulla sua moralità, e
nemmeno mi sono posta troppi problemi quando ho incrociato, una volta, questo
Eugenio Costantino a Sedriano al fianco di Zambetti. Checché ne dicano alcuni
giornalisti, infatti, non spetta a noi stabilire se le "brutte facce"
abbiano alle spalle o meno caratteri loschi quanto i tratti somatici. È facile
fare il Cesare Lombroso, dopo. Così come è facile dire "ve l'avevo
detto" quando si spara a zero su TUTTI i Comuni della zona, senza
documenti, senza prove, calpestando la dignità umana senza curarsi dei cadaveri
che si lasciano a terra. C'è il giornalismo, e c'è il sensazionalismo. Ma
questa è un'altra storia.
Quella che invece volevo raccontarvi è la
storia di Domenico Mimmo Zambetti, una persona che ho sempre collegato a mio
papà. Ecco perché, all'indomani dell'arresto, ho voluto fare due chiacchiere
con Sergio Garavaglia, per capire prima di provare a difendere. E quando si
abita in un paese di quattromila anime, dove ci sono persona aspettano la prima
occasione buona per fare sciacallaggio politico in strada e sui social network,
è sempre meglio avere una risposta pronta e onesta, capire dove stanno le colpe
e dove l'innocenza.
Papà, mi ricordi quando hai conosciuto Mimmo
Zambetti?
"L'ho conosciuto nel 2000, quando mi venne
presentato dall'ex sindaco di Boffalora Umberto Re"
Umberto era una bravissima persona...
"Lo era, di lui abbiamo tutti un bel
ricordo. Zambetti all'epoca era assessore provinciale nella Giunta Tamberi.
Avevamo un sogno: rifondare la Democrazia Cristiana, il partito che mi aveva
espulso nel 1990 quando presentai in Comune una lista civica loro avversaria.
Non si poteva fare, e venni cacciato via. A dieci anni di distanza, c'erano
tante persone che, come me, volevano ancora sentirsi democristiane. Parlo di
Zambetti, ma anche dell'ex ministro Rotondi".
Così, quando Domenico si candidò nel 2005
alle Regionali, lo appoggiasti...
"Sì, con l'Udc. A Ossona aveva preso 0
preferenze nel 2000, quando ancora non lo conoscevo, 102 nel 2005 e 79 nel
2010. A ben vedere, c'è stato un calo di voti in quei cinque anni".
I voti di Ossona arrivano dalla 'ndrangheta?
"Ma va. A Ossona ho preso il 75 per cento
delle preferenze come sindaco quando sono stato eletto nel mio secondo mandato,
poi alla tornata elettorale successiva abbiamo perso. Però tante persone che
hanno votato me in Comune, hanno votato anche Mimmo Zambetti. Perché lo avevo
consigliato io, perché era mio amico e una brava persona. Se a qualcuno sembra
strano che un ex sindaco possa contare su 79 preferenze, vuol dire che non
capisce proprio niente di politica. Non c'è stato alcun voto di scambio,
nessuno ha ricevuto soldi, me in primis, anzi".
Anzi...
"La cena nel salone della cooperativa
l'hanno preparata dei volontari, abbiamo comprato tutto noi. È stata una
campagna elettorale all'antica: "santini" e volantini nelle case,
alle famiglie, il camper portato in giro per i paesi, gli incontri nei circoli
Pdl. Ci siamo tutti impegnati per portare voti a Zambetti, ma sulle persone ci
si può anche sbagliare. È successo a chi ha sostenuto Filippo Penati, o anche a
Renzo Bossi, se è per quello. In tutti i partiti c'è del marcio e del buono, e
chi ha ancora la passione per la politica questo non lo deve dimenticare".
Parliamo di quella famosa cena di Magenta
"Bella trappola. Organizzata al solo scopo
di incastrare Zambetti mentre stringeva la mano a un boss, così dicono le
intercettazioni. Io non so che rapporti siano intercorsi tra la 'ndrangheta e
Zambetti, non ne ho assolutamente idea, ma a quella cena non ci sono andato e
non ha partecipato nessuno dei nostri sostenitori. Perchè non era stata
organizzata da noi, mi è sembrata solo un dispendio di energie inutili e ho
creduto potesse confondere gli elettori"
Nelle intercettazioni Eugenio Costantino
vantava di aver raccolto 700-800 voti nel Magentino
"Se è per quello, Zambetti aveva raccolto
più preferenze nelle Regionali del 2005, quando diventò assessore
all'Artigianato. Nel 2010 ha perso voti: a Ossona da 102 a 79, a Magenta da 54
a 15, a Inveruno da 44 a 15... non sono risultati da campagna inquinata, ma
queste sono conclusioni che devono trarre i magistrati, non io".
Ti dispiace per quello che sta accadendo ad
Alfredo Celeste e a Domenico Zambetti?
"Molto, a livello umano. Non c'è ancora
una condanna pendente sulle loro teste, eppure persone senza scrupoli stanno
già banchettando sui loro resti. Non è piacevole venire additati subito,
condannati prima dal popolo che dalla giustizia. Se le accuse sono vere, per me
sarebbe una grande delusione perché ho sempre avuto stima di loro. Mimmo per me
è sempre stata una persona generosa, impulsiva e sanguigna, passionaria. Anche
se dal settembre 2010 le nostre strade si sono divise, l'ho visto aiutare
persone in difficoltà, non con posti di lavoro in aziende pubbliche
intendiamoci, ma semplicemente con qualche soldo, con l'ascolto. Non sto
dicendo che fosse un santo, però aspettiamo di vedere cosa stabilisce la
giustizia. Se le accuse fossero vere, chi ha sbagliato dovrà pagare la sua
condanna come è giusto che sia".
Non hai paura che a Ossona qualcuno possa
marciare sopra questa vicenda? Definirti mafioso, giocare su questo fatto in
campagna elettorale?
"Non sono cose su cui voglio perdere
tempo. In tutti i paesi esistono sciacalli che parlano di certe cose senza
nemmeno sapere di cosa stanno parlando. Tutta questa storia, per noi, è stata
un fulmine a ciel sereno. Lo è stata per le persone che hanno votato Zambetti e
le persone che, vicine alla lista civica Noi per Ossona, pur non avendo votato
per lui ora vengono accostate a tutta questa vicenda dei voti. È un peccato per
chi in tutti questi anni ha lavorato bene, facendo della politica pulita, la
"pulitica". Se qualcuno ha intenzione di tirare fuori questa storia
alle prossime Amministrative, è perché non ha argomenti migliori da presentare.
La gente, gli elettori, non sono stupidi, ricordiamocelo".
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