In Romania passa la legge infame "ammazza randagi", l'orrore diventa realtà!


Chiariamo subito un concetto: "Naviglioparlante" adora gli animali. Chi scrive ha perso il suo cane la notte del 7 dicembre del 2009, dopo 14 anni, e ancora oggi lo piange. Fa rabbrividire sapere che in giro per il mondo esistono persone che gli animali non li amano, ma li uccidono. E' così anche in Italia, sia chiaro. La notizia che giunge dalla Romania è però di quelle folli. Ecco il comunicato stampa di "Save the Dogs" che pubblichiamo integralmente, sperando che in Romania facciano emergere quel poco di cervello che è loro rimasto ed agiscano per il bene dei cani. Esseri di gran lunga più intelligenti dei vigliacchi che hanno preso questa infame decisione.


ROMANIA: PASSA LA LEGGE AMMAZZA RANDAGI
Due milioni di cani a rischio mattanza

Da oggi il destino di due milioni di  randagi romeni è nelle mani dei sindaci. Saranno loro a decidere, attraverso referendum o “incontri di quartiere”, se  sterilizzare o sterminare.

Save The Dogs ritiene che dato il livello medio di educazione e l’approccio demagogico della maggior parte dei politici, saranno poche le località a decidere di sterilizzare e rilasciare, mettendo sotto controllo la popolazione canina con provvedimenti efficaci quali la registrazione dei cani di proprietà e la sanzione degli abbandoni.


La versione della legge fortemente voluta dal Presidente Basescu e dalla Ministra del Turismo Elena Udrea è dunque stata approvata ieri in Parlamento nella versione peggiore, in barba alle indicazioni dell’OMS e del Parlamento Europeo, che ha da poco approvato una Dichiarazione Scritta con la quale si riafferma l’inutilità delle uccisioni come metodo di contenimento del randagismo.

Contrariamente a quella fatta approvare dal Senatore Marinescu quattro anni fa, la legge va contro alcuni principi fondamentali che da tempo erano stati sostenuti dalle associazioni e dagli amanti degli animali: la politica della “mattanza” non ha portato a nulla, infatti, se non ad un aumento del randagismo e allo sperpero di denaro pubblico.
E’ facile prevedere che nei prossimi anni si continueranno ad uccidere inutilmente migliaia di animali, gettando dalla finestra milioni di euro (sono 14 quelli spesi dalla sola capitale per uccidere i randagi dal 2001 al 2007) senza affrontare il problema con un approccio nazionale, come chiedono da tempo le associazioni animaliste.

“Si assisterà a fenomeni quali lo spostamento dei randagi da una località all’altra – dichiara la presidente di Save the Dogs Sara Turetta - non solo in modo “naturale”, con la migrazione spontanea dei randagi in fuga dagli accalappiacani ma anche per mano degli amanti degli animali, che cercheranno di salvare gli animali condannati a morte”.

Ma le pressioni dei sindaci romeni (assediati da cittadini che non riescono a dormire la notte o ad uscire di casa a causa dei troppi randagi) e gli interessi delle lobby che da sempre si arricchiscono catturando ed uccidendo i cani, hanno avuto la meglio.

Non è bastata neanche l’opposizione strenua di Victor Ponta, segretario del PSD (maggiore partito di opposizione), né i molteplici interventi del Ministero degli Esteri italiano attraverso la nostra Ambasciata a Bucarest. Nella stessa opposizione (ma anche nella maggioranza) sono emerse posizioni in contrasto con quelle dei leaders, che hanno reso lungo e sfiancante l’iter della legge, probabilmente una delle più dibattute dall’opinione pubblica di sempre.

Forse la speranza risiede nell’Unione Europea, pressata da tempo affinché si assuma la competenza anche degli animali da compagnia e non solo degli animali da reddito e da sperimentazione.
Ma ci vorranno anni affinché si arrivi a mettere a punto delle linee guida capaci di fermare le mani corrotte dei politici romeni.


Save the Dogs and other Animals


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